editoriali
A causa del Covid la Cina è sempre più isolata
Le misure internazionali contro il virus sono il risultato del fallimento di Pechino
Tra quattro giorni la Cina abbandonerà definitivamente tre anni di politica Zero Covid, non sarà più obbligatoria la rigida quarantena per gli arrivi internazionali e verranno riaperti aeroporti e porti per motivi turistici e commerciali. Sembra però che Pechino non abbandonerà la situazione di isolamento internazionale in cui si trova da tre anni per scelta del Partito comunista cinese. Ora la scelta sarà della comunità internazionale: a causa dell’ondata di casi Covid che sta affrontando il paese dopo l’allentamento delle restrizioni diversi paesi, tra cui Stati Uniti, Inghilterra, Francia Spagna e Israele, hanno reintrodotto l’obbligo di test negativi prima della partenza per i viaggiatori che arrivano dalla Cina, mentre altri, come il Giappone e l’Italia, richiedono un test all’arrivo e la quarantena per coloro che risultano positivi.
L'altro ieri il Marocco ha persino introdotto il divieto di entrata a chi viaggia dalla Cina. In conferenza stampa il portavoce del ministro degli Esteri cinese, Mao Ning, ieri ha definito alcune misure “esagerate” e “semplicemente inaccettabili”, e ha minacciato di adottare nuove "misure corrispondenti secondo il principio di reciprocità e in base alle diverse situazioni". Ma la realtà è che a iniziare misure di questo tipo è stata proprio Pechino, che per tre anni ha introdotto misure draconiane ai propri cittadini e vietato l’ingresso ai viaggiatori internazionali. E come hanno dichiarato i rappresentanti dei governi americani e australiani, uno dei problemi fondamentali resta "la scarsa trasparenza sui numeri" da parte della Cina. Ieri Pechino ha ufficialmente declinato l’offerta di vaccini occidentali da parte dell’Unione europea – “non ne abbiamo bisogno”, è stata la risposta – e ha criticato la convocazione da parte del Consiglio di una riunione della Integrated Political Crisis Response, prevista per oggi, per proporre azioni coordinate europee in risposta alla riapertura dei confini cinesi. I funzionari cinesi accusano i paesi di introdurrre restrizioni ai viaggiatori cinesi per motivi politici e non sanitari e di adottare misure discriminatorie nei confronti della Cina. “Le misure non dovrebbero influire sui viaggi e sullo scambio e cooperazione tra le persone”, ha detto Mao Ning, dimenticando che questo è sempre stato l'esatto scopo della politica Zero Covid tanto cara a Xi Jinping.
La politicizzazione del virus è iniziata a Pechino e l’isolamento internazionale in cui si trova oggi è il risultato del fallimento delle politiche cinesi, non di quelle della comunità internazionale.