Foto di Claudio Peri, via Ansa 

Editoriali

Sui migranti con la Tunisia funziona sempre uguale: soldi in cambio di più guai

Redazione

La visita di Tajani e Piantedosi a Tunisi ricalca sempre lo stesso copione. E dare altri fondi non servirà. Costo totale del fallimento solo per il governo italiano: 47 milioni dal 2014 a oggi per il controllo dei confini

La visita ufficiale a Tunisi è diventata un appuntamento fisso di ogni esecutivo che si è avvicendato negli ultimi anni. Ma a fronte dei pochi risultati raggiunti, i viaggi dei rappresentanti del governo italiano nel paese nordafricano somigliano più a un rito stanco, svuotato di attendibilità. Da Minniti a Lamorgese e Di Maio, fino a Piantedosi e Tajani, che giusto ieri si sono recati dal presidente Kais Saied, il copione è sempre uguale: soldi in cambio di meno partenze dei migranti e di un aumento dei rimpatri. E se è vero che la Tunisia è una perla rara per l’Europa dei muri, perché una delle poche ad aver sottoscritto accordi bilaterali per i rimpatri, è pur vero che i risultati degli ultimi anni sono miseri.

 

Prendiamo proprio il dato dei rimpatri. I numeri del Viminale li aveva rielaborati lo scorso ottobre Altraeconomia, che delineava uno scenario grottesco. Se nell’estate del 2022 i rimpatri con voli charter erano aumentati del 50 per cento, è pur vero che i costi erano esorbitanti. Al picco, nel solo mese di agosto dello scorso anno, a fronte di 200 tunisini rimpatriati con 10 voli sono stati necessari ben 465 agenti di scorta per un costo totale di circa 650 mila euro. Tre volte la spesa riferita al 2021, quando furono riportate in Tunisia 145 persone, non così poche rispetto al 2022.

 

Ieri, in audizione alla Camera alle commissioni riunite di Affari costituzionali e Trasporti, il contrammiraglio della Guardia costiera Giuseppe Aulicino ha detto che i migranti provenienti dalla Tunisia sono stati nel 2022 ben 32 mila, con un amento del 60 per cento rispetto al 2021. Intanto nel paese si vive una crisi economica, alimentare e democratica che ricorda quella che diede origine alle primavere arabe. L’accentramento dei poteri nelle mani di Saied e gli attacchi alle libertà fondamentali rischiano di trasformare i tunisini, fino a ieri bollati automaticamente come migranti economici, in persone perseguitate a cui dare protezione. Costo totale del fallimento? 162 milioni di euro dall’Europa “per sostenere le riforme” e altri 47 milioni solo dal governo italiano dal 2014 a oggi per il controllo dei confini. Un affare sì, ma non per l’Italia.

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