Qatargate
Eva Kaili resta in carcere. Gli avvocati: "Sottoposta a tortura in isolamento"
Sedici ore in una cella di polizia al freddo, con la luce sempre accesa e senza potersi lavare. In sei settimane di carcere ha potuto vedere la figlia di due anni solo due volte. Intanto le sono state negate le misure alternative
L'ex vicepresidente del Parlamento europeo, Eva Kaili, è stata sottoposta a una condizione di tortura durante il suo periodo di detenzione in isolamento in carcere la scorsa settimana, denunciano i due legali della politica greca.
Eva Kaili – che è detenuta nel penitenziario di Haren dal 9 dicembre ed è stata arrestata nell'ambito dell'inchiesta sul Qatargate – dovrà restare ancora in carcere per almeno un altro mese, riferisce la procura federale del Belgio. Non è stata accolta dunque la richiesta dei legali dell'ex eurodeputata, che avevano chiesto "ancora una volta la scarcerazione con misure alternative come il braccialetto elettronico o simili". Al termine dell'udienza sul riesame della custodia cautelare, i due avvocati Mihalis Dimitrakopoulos e André Risopoulos sottolineano che Kaili "è innocente" e "non ha avuto alcuna collaborazione con Pier Antonio Panzeri".
Secondo i legali della politica greca "la tortura" subita dalla loro assistita sarebbe durata per sedici ore. I fatti risalirebbero al periodo in cui Kaili è stata posta in isolamento. La misura detentiva, decisa dal giudice istruttore Michel Claise, sarebbe stata imposta non in un penitenziario ma in una cella di polizia "al freddo". "Le è stata negata una seconda coperta e le hanno tolto il cappotto, la luce della stanza era sempre accesa impedendole di dormire, era nel suo periodo di ciclo mestruale con abbondanti perdite di sangue e non le era consentito lavarsi" - ha spiegato Dimitrakopoulos riferendosi alle ore trascorse nella cella di polizia. "Eva Kaili - come si legge in un documento redatto d'accordo con la stessa ex vicepresidente del Parlamento europeo - è accusata ma c'è sempre la presunzione d'innocenza. Siamo in Europa, questi atti violano la Convenzione europea dei diritti dell'uomo".
Eva Kaili tramite il suo avvocato ha espresso il desiderio che questi fatti fossero resi pubblici "perché la trasparenza è l'anima della giustizia".
"Per ora la signora Kaili è la sola politica ad essere detenuta. E' detenuta in condizioni difficili e questo è estremamente preoccupante", ha evidenziato Risopoulos, sottolineando che la politica ellenica "non deve diventare la persona che paga il prezzo più alto" con "la detenzione dura, siccome non è certo lei al centro dell'inchiesta". E ha aggiunto che in sei settimane di carcere ha potuto vedere la figlia di ventitré mesi solo due volte. Per noi questa è una "rottura" con "il buon senso" e con "misure adeguate in relazione alla situazione", hanno spiegato gli avvocati.