editoriali
Così l'America protegge i cittadini di Hong Kong. Lezioni per l'Ue
Biden estende il programma di protezione fino al 2025, anche se questo potrebbe potrebbe inasprire i rapporti già tesi tra Pechino e Washington prima della visita del segretario di stato Blinken. Bruxelles invece non si espone contro la repressione cinese
Il 5 febbraio 2023 sarebbe dovuto scadere il programma di protezione Deferred Enforced Departure (Ded) per i cittadini di Hong Kong negli Stati Uniti, ma giovedì l’Amministrazione Biden ha esteso i permessi di residenza di altri due anni: “Gli Stati Uniti sostengono i diritti umani e le libertà fondamentali dei residenti di Hong Kong. La Repubblica popolare cinese ha continuato a erodere tali diritti e libertà e per questo motivo ho deciso di prorogare il rinvio dell’espulsione di alcuni residenti di Hong Kong presenti negli Stati Uniti”. Il programma era stato istituito due anni fa, quando nel giugno 2020 Pechino ha imposto nell’ex colonia britannica una Legge sulla sicurezza nazionale che ha avuto conseguenze devastanti per l’autonomia dell’ex colonia e i diritti umani. Gli hongkonghesi che vorranno potranno quindi lavorare e rimanere sotto protezione del governo americano, per ora fino a gennaio 2025. Questa mossa potrebbe inasprire i rapporti – già tesi – tra Pechino e Washington prima della visita del segretario di stato Antony Blinken in Cina programmata a inizio febbraio; Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese a Washington, ha dichiarato che “fornire rifugio sicuro ai ribelli anticinesi” rivela ulteriormente la “sinistra intenzione” degli Stati Uniti di minare la stabilità a Hong Kong e “contenere lo sviluppo della Cina”.
La paura della reazione di Pechino è il motivo per cui misure simili sono state prese solo in pochi altri paesi come Australia, Canada e Regno Unito. Sempre per lo stesso motivo l’Unione europea non si è esposta molto sulle proteste contro la politica Zero Covid, per cui Xi Jinping ancora oggi sta arrestando coloro che in quei giorni hanno partecipato al dissenso. L’Europa, e quindi anche l’Italia, su questo è rimasta indietro: seguire l’esempio americano e istituire un sistema di protezione dei cittadini di Hong Kong sarebbe un segnale importante contro gli autoritarismi.
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