editoriali
Con Meloni in Europa l'Italia torna alla normalità
Draghi era un’eccezione. La premier poteva giocarsi meglio la partita a Bruxelles
Giorgia Meloni ieri ha cercato di ridimensionare il secondo incidente con Emmanuel Macron da quando è diventata presidente del Consiglio. Giovedì Meloni aveva definito “inopportuno” l’invito a cena a Volodymyr Zelensky e Olaf Scholz della sera prima a Parigi. Ieri ha accusato la stampa di “provincialismo” e “infantilismo” per aver definito l’Italia isolata. L’incidente “non compromette i miei rapporti” con Macron, “ma quando c’è qualcosa che non va devo dirlo”, ha spiegato Meloni. C’è del vero. L’Italia non è isolata: altri 24 paesi erano assenti dalla cena. La stessa Meloni si è parzialmente convertita al metodo europeista, rivendicando compromessi al Consiglio europeo. Ma è stata lei ad aver alimentato il “provincialismo” e l’“infantilismo”, dando alla cena di Macron una dimensione più grande di quella che ha. Per tradizione e trattato, Francia e Germania si muovono (quasi) sempre insieme nell’Ue. Sull'Ucraina hanno condotto (male) il formato Normandia.
Inoltre, sono i due paesi europei che hanno più armi da fornire a Zelensky. Con l’eccezione di Mario Draghi, nessuno presidente del Consiglio italiano è mai stato pienamente integrato nel franco-tedesco. Ma Draghi è un fuori classe europeo, che si è trasformato in fuori classe nella difesa dell’Ucraina, inventandosi la sanzione più dura contro la Russia (il congelamento delle riserve della Banca centrale) e trascinando i riluttanti Macron e Scholz sullo status di candidato all’Ue. Dopo la parentesi Draghi, con Meloni l’Italia torna alla sua tradizionale normalità: un paese grande, ma che sta nel gruppo appena sotto Francia e Germania, insieme con Spagna, Polonia e Paesi Bassi. Meloni ha detto che con le serie A e B l’Ue diventa il Titanic. Ma la realtà è questa: un paese ad alto debito e in calo demografico, con una classe politica allergica alle riforme, è debole anche quando grande. Se il suo leader si lamenta per un mancato invito a cena, invece di alzare le spalle e cogliere l’occasione per fornire più armi all’Ucraina, lo è ancora di più.
L'editoriale dell'elefantino