editoriali
Il ministro francese Lecornu sgrida la Marvel: ritrae i soldati francesi come mercenari
Il titolare del ministero della Difesa francese, è l’ultimo film di Ryan Coogler, “Black Panther: Wakanda Forever”
"Condanno con fermezza questa rappresentazione falsa e fuorviante delle nostre Forze armate. Penso e rendo omaggio ai cinquantotto soldati francesi morti per difendere il Mali, su sua richiesta, dinanzi ai terroristi islamici”. Il bersaglio di questo tweet di Sébastien Lecornu, ministro della Difesa francese, è l’ultimo film di Ryan Coogler, “Black Panther: Wakanda Forever”, secondo capitolo della saga Marvel. Uscito nelle sale a fine 2022, il film è ambientato in un paese immaginario, il Wakanda, la cui ricchezza è rappresentata da una preziosissima materia prima, il vibranio, che attira gli appetiti occidentali e soprattutto quelli della Francia. Proprio su quest’ultimo aspetto, però, la superproduzione americana avrebbe calcato un po’ troppo la mano, secondo Lecornu, presentando i soldati francesi come degli sporchi mercenari e colonizzatori.
In una scena, la regina del Wakanda fa inginocchiare i militari francesi, accusandoli di essere lì soltanto per rubare il vibranio, e in un’altra si vede una ministra francese che deve rispondere delle azioni dei suoi soldati davanti alle Nazioni Unite. Altro dettaglio che ha fatto imbufalire il ministro Lecornu: i militari francesi genuflessi dinanzi alla regina del Wakanda nel film indossano una camicia da combattimento Ubas, la stessa dei soldati dell’Opération Barkhane, ossia la missione anti terrorismo lanciata da Parigi nella regione del Sahel nel 2014 e conclusasi rovinosamente lo scorso anno. “Siamo intervenuti su richiesta del Mali per lottare contro i gruppi terroristi, qualcosa di molto lontano dalla storia raccontata nel film, quella di un esercito francese che arriva per saccheggiare le risorse naturali”, ha commentato l’entourage di Lecornu. La rabbia del ministro della Difesa contro il film americano è acuita dal fatto che è la Russia, in questo momento, a condurre una spietata guerra dell’informazione nel Sahel, manipolando le opinioni pubbliche della regione, ma “i cattivi” sono i francesi.