(foto EPA)

editoriali

Lukashenka alla corte di Xi Jinping

Redazione

I due alleati di Putin si incontrano a Pechino per parlare “a tutto tondo”: difficile non pensare ai riflessi sulla guerra in Ucraina

Il dittatore bielorusso, Aljaksandr Lukashenka,  è arrivato a Pechino per una lunga visita di stato di tre giorni. Nell’annunciare il viaggio, la Cina ha detto che sarà “un’opportunità per promuovere l’ulteriore sviluppo della cooperazione a tutto tondo tra i due paesi”. La cooperazione esiste già, è attiva anche nel campo economico, ma in questi giorni, dopo la presentazione del cosiddetto  “piano di pace” cinese che piace molto a Mosca e la preoccupazione americana di una possibile fornitura di armi cinesi alla Russia, è difficile guardare a questo incontro senza pensare alla guerra di Putin  contro l’Ucraina. Lukashenka è stato sin dall’inizio un sostenitore dell’invasione, ha permesso alle truppe russe di usare il suo territorio per aprire un nuovo fronte – uno di quelli più importanti per puntare contro la capitale ucraina – continua ad accogliere soldati e armi della Russia, è attivo in questa guerra nonostante ancora non si senta di fare un passo in più: mandare i suoi uomini a combattere.

 

E’ l’alleato dichiarato, l’alleato bisognoso del Cremlino. La Cina, che continua a definirsi neutrale e presenta piani di pace sbilanciati, è l’alleato silenzioso e potente, che potrebbe fornire armi e intelligence – una società cinese ha fornito ai mercenari russi della Wagner immagini satellitari – dando un grande aiuto a Mosca. A livello ideologico il leader cinese Xi Jinping e il dittatore bielorusso sulla guerra la pensano allo stesso modo, aderiscono alla propaganda di Mosca, ma se il secondo ha legato il suo destino a Vladimir Putin – senza il suo sostegno probabilmente non sarebbe più al potere – il primo condivide con il Cremlino la battaglia contro l’occidente e vuole esserne protagonista. Lukashenka è il vassallo, Xi vuole un ruolo di primo piano e  sta anche contendendo a Putin il controllo in molte aree, come l’Asia centrale. Chissà non abbia lo stesso obiettivo in Bielorussia.

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