Editoriali
La clava legislativa di DeSantis
I metodi poco liberali del leader della Florida contro il “conformismo ideologico”. Questa volta se la prende con le università: via i corsi "divisivi" mentre si introducono restrizioni per i docenti e un esame sulla "civiltà occidentale"
Il governatore della Florida Ron DeSantis ha molta familiarità con le guerre culturali contro i suoi avversari, siano essi i repubblicani “tradizionali”, le corporation “woke” o più genericamente “i progressisti”. Spesso li colpisce con provvedimenti legislativi ad hoc che poco hanno a che fare con il tradizionale rispetto repubblicano della libertà di fare impresa, ma comunque rimanendo nell’ambito del consueto modo di fare politica a livello statale, dove ai governatori è conferito molto potere. Nelle ultime settimane DeSantis ha deciso di colpire le università, dopo anni in cui sotto attacco erano finiti i programmi scolastici degli anni pre-universitari, ripuliti dai corsi a tema Lgbtq+ e più recentemente anche dai corsi di Storia afroamericana, da lui ritenuti corsi di storia “posticcia”. Adesso sotto attacco ci sono i programmi universitari a partire da un piccolo ateneo pubblico, il New College di Sarasota, dove, prendendo a pretesto le scarse iscrizioni, ha deciso di ripulire i corsi da tutti quegli insegnamenti che lui ritiene “divisivi” per imporre un esame obbligatorio sulla “civiltà occidentale”. Non solo: al vertice amministrativo dell’università ha nominato il suo alleato Richard Corcoran, già presidente della Camera statale della Florida. E’ prevista anche una serie di restrizioni ai docenti, finora totalmente liberi di esprimersi in virtù della libertà accademica. Se alcuni professori conservatori sono stati allontanati da altre università perché bersagliati da critiche a volte pretestuose, è la prima volta che un simile cambiamento avviene dall’alto, una mossa che non solo non combatte quello che certe volte è un conformismo soffocante di sinistra radicale, ma ne impone uno nuovo, filogovernativo. Se il Partito repubblicano vorrà superare con successo la fase trumpista, la strada di DeSantis non conduce nuovamente all’America di Reagan e dei Bush.