Le parole di Bibi
Netanyahu incontra Meloni. “Le proteste in Israele? La giustizia sia indipendente, non onnipotente”
Il primo ministro israeliano arriva a Roma, domani vedrà la premier e poi il ministro Urso. "Abbiamo molto gas e vorrei discutere di come portarlo in Italia. Abbiamo relazioni molto solide". Tutti i temi sul tavolo
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu arriverà oggi in Italia, in vista di un incontro programmato per domani assieme alla premier Giorgia Meloni, cui ne seguirà un altro con il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, nell'ambito del Forum economico per le imprese a Palazzo Piacentini. La visita del primo ministro israeliano si concentrerà per lo più sui dossier economici ed energetici: Netanyahu cerca in particolare un accordo sul gas naturale diventato, dopo il taglio delle forniture russe, uno dei leitmotiv delle relazioni internazionali. È proprio Netanyahu, in una lunga intervista rilasciata a Repubblica, a fare il punto sul vertice di domani. “Vorrei vedere più collaborazione economica”, è l’auspicio del primo ministro. Che poi entra nel dettaglio, avanzando la sua proposta: “Abbiamo molto gas naturale e vorrei discutere di come farlo arrivare in Italia”.
Sullo sfondo rimane la presenza scomoda dell’Iran: “Dobbiamo impedire che raggiunga l’atomica perché con i suoi missili potrebbe raggiungere molti paesi, anche in Europa, e nessuno vuole essere preso in ostaggio da un regime fondamentalista dotato del nucleare”. E ancora: “L’Iran deve sapere che faremo ogni cosa in nostro possesso per evitare che diventi una nazione sulla soglia della potenza nucleare”.
Ma Netanyahu è costretto a pararsi anche dalle accuse interne – scoppiate in manifestazioni popolari che attanagliano il governo da quasi dieci settimane – attorno all’ostico tema della riforma dei poteri cui sta lavorando l’esecutivo israeliano. “Bisogna intervenire per equilibrare l’iperattivismo del potere giudiziario”, afferma Netanyahu, rivendicando con nettezza il suo programma: “Il potere giudiziario deve essere indipendente, non onnipotente”. E ribaltando il giudizio sul malcontento sociale: “Queste proteste dimostrano quanto è solida la nostra democrazia”.
I rapporti fra Netanyahu e Meloni, a detta del primo ministro israeliano, sembrano godere di ottima salute. “Abbiamo relazioni molto solide”, racconta, difendendo la premier da chi la accusa di post-fascismo: “Non ho dubbi sul fatto che Meloni ed altri leader del suo partito abbiamo imparato la lezione della storia, condannando chiaramente l’antisemitismo e l’antisionismo”. E, sulla scia di una possibile convergenza economica, Netanyahu finisce per toccare il tasto diplomatico più delicato: “Credo sia venuto il momento per Roma di riconoscere Gerusalemme come capitale del popolo ebraico”.
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