Editoriali
In Nicaragua Daniel Ortega chiude pure la Caritas
Il dittatore centroamericano annulla la personalità giuridica dell'ente della Cei e confisca due università. Il Papa gli dà dello squilibrato e definisce la sua una “dittatura cafona”
Non bastavano gli aerei carichi di innocenti spediti in esilio, né l’arresto e la condanna di un vescovo per “terrorismo”. Daniel Ortega, padrone del Nicaragua insieme alla vicepresidente (sua moglie) Rosario Murillo, ha deciso che non era abbastanza. E così, con decreti, leggi e le giustificazioni legali del caso, ha deciso di annullare la personalità giuridica della Caritas e di confiscare due università, la Universidad “Juan Pablo II” e l’Universidad cristiana autonoma de Nicaragua. Il gesto è eclatante, ma diventa ancor più preoccupante se si considera che il ministero dell’Interno ha ordinato ai due atenei di consegnare al Consiglio nazionale delle università ogni informazione rintracciabile sugli studenti frequentanti, le iscrizioni e i registri accademici. Una schedatura che rimanda alle buie pagine di “Vita e destino” scritte da Vasilij Grossman.
Per quanto riguarda la Caritas, la vicenda ha risvolti grotteschi: formalmente, infatti, è l’ente caritatevole ad aver deciso la propria soppressione. Infatti, secondo quanto comparso sulla Gazzetta Ufficiale, si è pervenuti allo “scioglimento volontario e la liquidazione di tale organizzazione”. Dopo aver vietato le vie crucis all’aperto, Ortega ha attaccato direttamente il Pontefice: “Dovrebbe esserci una votazione tra il popolo cattolico in modo che anche il Papa sia eletto con voto diretto e non dalla mafia organizzata in Vaticano”. Al tiranno nicaraguense ha risposto lo stesso Francesco in un’intervista concessa all’argentina Infobae: “Non resta che pensare a uno squilibrio della persona. È qualcosa che sta fuori da ciò che stiamo vivendo, è come riportare la dittatura comunista del 1917 o quella hitleriana del 1935. Sono dittature grossolane. Oppure, per usare una bella espressione argentina, guarangas”. Che tradotto significa: “Cafone”.