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prospettive tedesche

Berlino avverte l'Italia e l'Europa sulla Via della Seta

Redazione

"Non possiamo impedire gli investimenti della Cina, ma possiamo fare offerte migliori". dice la ministra degli Esteri tedesca Baerbock, che guarda all'Africa e all'influenza del Dragone. Sui migranti apre a una missione di salvataggio in mare, sul modello Sophia, contro cui si era speso Salvini nel 2019

Annalena Baerbock avverte sulle mire espansionistiche della Cina a livello economico. È un monito all'Europa, su iniziative come quella della Via della Seta: "Noi europei abbiamo creduto per tanti anni a un mondo illusorio, in cui le preoccupazioni degli altri paesi non ci toccavano. È stato un buco in cui la Cina si è infilata strategicamente per ampliare il suo potere creando dipendenze economiche. Ad esempio con la Via della Seta. Non abbiamo opposto un’alternativa".

La ministra degli Esteri nonché guida dei Verdi tedeschi parla a Repubblica: "Nella concorrenza sistemica con la Cina, l’Europa deve diventare più attiva, dal punto di vista geopolitico. Non possiamo impedire gli investimenti geostrategici della Cina, ma possiamo fare offerte migliori". Baerbock parla e si riferisce principalmente all'Africa, e, proprio in prospettiva dei paesi in cui l'egemonia cinese si sta estendendo, propone di cambiare rotta: "Dobbiamo offrire equi accordi commerciali, in cui non si sfruttino solo le materie prime ma in cui una parte della produzione nasca in quei paesi, e garantisca crescita e posti di lavoro". La leader dei Grünen si distacca dal pensiero del cancelliere Olaf Scholz, sul quale dichiara in modo critico che "non si può fare decoupling da Pechino in un mondo globalizzato", ma non si può neanche essere ingenui: "Non dobbiamo consentire che nelle nostre infrastrutture critiche finiscano prodotti con cui si spiano i nostri cittadini". 

La ministra è in partenza per la Georgia e nell'intervista a Repubblica ribadisce come ci debba essere vicinanza alle nazioni - Georgia e Moldavia - più prossime alle mire espansionistiche, in questo caso anche territoriali, dell'altro attore mondiale e aggressore dell'Ucraina: la Russia. A loro, specifica Baerbock, si deve sostegno anche per un futuro ingresso nell'Unione europea. Parole di solidarietà internazionale che si ritrovano anche quando il discorso si sposta sulle migrazioni, offrendo un punto di vista diametralmente opposto alla linea del governo italiano. 

"La morte nel Mediterraneo è la ferita aperta dell’Europa: non siamo riusciti a definire una politica comune" dichiara la ministra degli Esteri tedesca, "È molto importante che sia ripristinata una missione europea di salvataggio in mare". L'intenzione in questo caso potrebbe essere una nuova operazione EunavForMed Sophia, contro cui a suo tempo si era spesso  Matteo Salvini nel 2019, o addirittura un omologo di Mare nosturm a livello europeo.

Comunque, Baerbock è distante dalla linea che vuole rafforzare i rimpatri auspicata sia dall'Ue sia dal governo Meloni. Una nuova missione significherebbe "responsabilizzare i paesi ai confini esteri della Ue a registrare chi arriva. Quelle persone devono essere trattate in modo umano e occorre salvare chiunque rischi la vita. Infine, la redistribuzione non può essere spontanea, ma espressione di un processo ordinato. Ci vuole umanità e ordine". Anche sulla redistribuzione dei richiedenti asilo l'ottica è singolare. La ministra non parla di riformare Dublino, ma sicuramente accende un faro sulla questione dell'accoglienza, mentre dall'Italia l'appello ricorrente rivolto alle istituzioni europee è quello di un aiuto nel fermare le partenze.