Editoriali
Cambiamenti in Germania: l'AfD raggiunge i Verdi nei sondaggi
Il partito nazionalista, filorusso, xenofobo e No vax tedesco s’appaia o supera i Grünen. Percentuali che bruciano
Tanti cambiamenti e tanta fatica per tornare al 2018. Oggi come allora i Verdi tedeschi (Grünen) nei sondaggi sono un punto al di sotto dei populisti di AfD, avvistati dall’Insa al 16 per cento a livello federale mentre gli ecologisti del vicecancelliere Robert Habeck e della ministra degli Esteri Annalena Baerbock si fermerebbero al 15 per cento.
Sono sondaggi, si dirà, che lasciano il tempo che trovano, tanto più che il governo è solo al sedicesimo mese di una legislatura di quattro anni. Eppure, quel sondaggio al partito ecologista un po’ brucia. Perché AfD non è un partito di opposizione qualunque ma è una formazione anti sistema che rappresenta tutto quello che i Grünen non sono e che odiano. Il partito di Tino Chrupalla e Alice Weidel è nazionalista, filorusso, euroscettico, xenofobo, No vax, per il nucleare e la famiglia tradizionale.
Senza dimenticare la grande spaccatura geografica: mentre i Verdi sono forti nell’ovest più giovane e urbanizzato, AfD si conferma ben radicata nell’est anziano e rurale. Lo conferma anche un sondaggio Insa di ieri che vede i sovranisti al 26 per cento in Sassonia-Anhalt, secondi solo alla Cdu al 35 per cento. AfD ha quindi trovato nuove fonti per alimentarsi.
Passata la pandemia, le mascherine e i vaccini, il populismo ha ripreso a soffiare sull’intolleranza per lo straniero dopo l’ingresso in Germania di 1,2 milioni di rifugiati (in gran parte ucraini) solo nel 2022. Una politica di porte aperte sostenuta dai Verdi, il partito più pro Ucraina della compagine di governo. L’AfD approfitta poi di un mezzo passo falso di Habeck, partito lancia in resta contro le caldaie a gas e gasolio: il paese è già fiaccato da un anno di alti prezzi del gas e dell’elettricità, e in pochi hanno voglia di cimentarsi nella corsa alle pompe di calore. La strada dei Verdi per diventare un Volkspartei, partito popolare, è ancora lunga e sarà tanto meno tortuosa quanto prima la Germania e l’Europa usciranno dall’emergenza.