editoriali
Russia in rosso. Peggiorano i conti del Cremlino
Già superato il tetto annuale di deficit, anche per colpa di spese anticipate. Ma che il paese avrebbe sofferto era noto a tutti gli osservatori
La Russia è alle prese con un buco di bilancio che il Cremlino tiene sotto controllo per ora solo con le parole. A marzo il deficit ha superato l’obiettivo annuale dell’intero 2023, confermando il trend molto negativo iniziato a gennaio. Rivolgendosi ai parlamentari della Duma per la presentazione del rapporto annuale il primo ministro Mikhail Mishustin ha spiegato che all’8 marzo il deficit russo ammontava a 3.300 miliardi di rubli, superando nettamente la previsione di 2.900 miliardi (pari al 2 per cento del pil). Per Mishustin questa dinamica fa parte del piano del governo, che ha anticipato ai primi mesi dell’anno il pagamento di una parte significativa della spesa annuale (molti appalti pubblici, in gran parte militari). Pertanto, sempre secondo il piano, nei prossimi mesi la riduzione della spesa e l’aumento delle entrate porteranno gradualmente il deficit in linea con gli obiettivi di bilancio.
Che la Russia avrebbe sofferto era noto a tutti gli osservatori dell’economia russa: tra il crollo dei ricavi dalle esportazioni di petrolio e gas e la crescita delle spese militari non poteva andare diversamente. Ma la gravità del problema è emersa dai dati del mese di gennaio, che rispetto allo stesso mese dell’anno precedente hanno mostrato un crollo delle entrate del 25 per cento a fronte di un aumento delle spese del 59 per cento. Cosa succederà nei prossimi mesi nessuno può dirlo con certezza.
A partire da aprile la revisione della tassazione del petrolio dovrebbe far aumentare le entrate, mentre l’assenza dei pagamenti anticipati dovrebbe far diminuire le uscite. Tuttavia, gli esperti (anche russi) ritengono che alla fine dell’anno il deficit non soddisferà le previsioni, come invece continua a promettere Mishustin. Gli economisti stimano che sarà circa il doppio rispetto a quanto pianificato, oltre 4.500 miliardi di rubli, un deficit che la Russia in teoria può anche sopportare, ma che rende la guerra più difficile da sostenere.
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