Foto di Stefan Puchner, dpa via AP, via LaPresse 

Editoriali

La Germania spegne le centrali nucleari, rovinando l'ambiente e l'economia

Redazione

Una decisione che risale al 2011, voluta dai Verdi, ma che nell'attuale contesto energetico non appare conveniente. I danni dell’ideologia verde e di una mossa che si ripercuoterà in senso negativo sul clima

La Germania ha disconnesso dalla rete elettrica gli ultimi tre reattori nucleari. Sabato le centrali di Emsland, Neckarwestheim, e Isar 2 hanno cessato l’attività. Una scelta fortemente voluta dai Verdi per dimostrare la propria coerenza, ma che nell’attuale contesto energetico e geopolitico non appare né ambientalista né pragmatica, ma solo ideologica.

 

La decisione risale al 2011 quando, all’indomani dell’incidente di Fukushima, l’allora cancelliera Angela Merkel aveva stabilito un programma di phase out. Le ultime tre centrali dovevano essere chiuse nel 2022 ma di fronte alla crisi energetica causata dall’invasione dell’Ucraina la loro vita era stata prolungata di alcuni mesi per ridurre i rischi di penurie energetiche. Alcuni ambientalisti hanno celebrato il momento riunendosi alla Porta di Brandeburgo, ma in realtà lo spegnimento dei reattori si ripercuoterà in senso negativo sul clima: lo spegnimento delle centrali nucleari ha portato a un rimbalzo della produzione da centrali a carbone, la fonte più inquinante.

 

Secondo Electricity Map, negli ultimi 12 mesi il carbone ha fornito alla Germania oltre il 25,1 per cento dell’energia elettrica causando il 75 per cento delle emissioni. La chiusura delle centrali aggraverà ulteriormente la situazione. A pensarla in questo modo sono anche gli attivisti di Friday for Future, a partire da Greta Thunberg, che a ottobre si era intromessa nel dibattito tedesco dicendo che fare a meno del nucleare nel contesto dell’attuale crisi avrebbe danneggiato l’ambiente, l’economia e la sicurezza energetica.

 

Ma le polemiche non sono finite. Markus Söder, governatore della Baviera e leader dell’opposizione, vuole tenere aperta la centrale bavarese Isar 2 e ha chiesto a Berlino di trasferire il controllo del nucleare dal livello federale a quello statale. Difficile che la richiesta venga accolta, ma i rischi e le tensioni politiche innescate da una decisione che poteva essere facilmente (e saggiamente) rimandata mette in discussione il pragmatismo dimostrato finora dai Verdi tedeschi.

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