editoriali
La rivoluzione di Bruxelles sul digitale: nuove regole per le Big Tech
Da TikTok a Twitter, da Google a LinkedIn: 17 piattaforme online e due motori di ricerca avranno quattro mesi di tempo per conformarsi ai nuovi obblighi del Dsa. All’Unione europea servono rigore e flessibilità per rendere globale il cambiamento tecnologico
La rivoluzione regolamentare dell’Unione europea nel settore digitale sta diventando realtà. La Commissione ha designato 17 piattaforme online e due motori di ricerca di dimensioni molto grandi con almeno 45 milioni di utenti sulla base del Digital services act (Dsa). Tra servizi, social network e market place, ci sono i giganti americani che generalmente vengono identificati come i Gafa: Google Search, Google Play, Google Maps, Google Shopping e YouTube; Facebook e Instagram; Amazon Store; Apple AppStore; Bing; e Twitter. Ma ci sono anche i cinesi di TikTok e Alibaba AliExpress, e altri attori importanti, anche se di dimensioni minori, come Booking.com, LinkedIn, Pinterest, Snapchat, Wikipedia e Zalando. Queste società hanno quattro mesi di tempo per conformarsi ai nuovi obblighi del Dsa.
Gli utenti avranno più diritti e poteri sui sistemi di raccomandazione, sulla profilazione, sui contenuti illegali e sugli annunci pubblicitari. Le piattaforme dovranno informare gli utenti su chi promuove gli annunci pubblicitari, riprogettare i sistemi per garantire un livello elevato di tutela della vita privata e di sicurezza, e bandire la pubblicità mirata basata sulla profilazione dei minori. Le società dovranno anche introdurre una serie di misure per attenuare i rischi legati alle loro attività, moderare contenuti e lottare contro la disinformazione. Le piattaforme e i motori di ricerca che integreranno ChatGPT (o sistemi analoghi) avranno la responsabilità di attuare le norme del Dsa anche per l’intelligenza artificiale. Toccherà alla Commissione il ruolo di poliziotto per far rispettare le regole del Dsa alle piattaforme di dimensioni molto grandi, compresa la possibilità di multe fino al 6 per cento del fatturato globale. “Grandi dimensioni comportano grandi responsabilità”, ha spiegato il commissario Thierry Breton. Se l’Ue riuscirà a usare la giusta dose di rigore e flessibilità, la sua rivoluzione regolamentare sul digitale potrebbe diventare globale.