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L'accusa di Mosca: "Droni ucraini sul Cremlino". Zelensky: "Non abbiamo attaccato Putin"
Con una nota del governo, la Russia sostiene che l'Ucraina abbia tentato di colpire la residenza del presidente russo. Le due armi sono state abbattute. Kyiv: "Usiamo i nostri mezzi per liberare i territori occupati non per attaccare gli altri"
Il Cremlino sostiene di essere stato attaccato da due droni ucraini nel corso della notte tra il 2 e il 3 maggio. Lo ha reso noto il governo russo con una nota rilanciata dai media di stato. Il presidente ucraino, in visita in Finlandia, ha negato ogni responsabilità.
I due droni, hanno detto le autorità di Mosca, sono stati disattivati: "A seguito di azioni tempestive intraprese dai servizi militari e speciali con l'uso di sistemi di controllo radar, i (droni) sono stati disabilitati", ha fatto sapere il Cremlino. Il presidente Vladimir Putin è rimasto illeso: come ha detto il suo portavoce Dmitri Peskov, il presidente non era nella sua residenza al momento del presunto attacco ma fuori Mosca.
Secondo il Cremlino "queste azioni saranno considerate come un attacco terroristico pianificato e un attentato al presidente". La nota aggiunge che la Russia "si riserva il diritto di adottare misure di ritorsione dove e quando lo ritenga necessario".
Al momento non è stato ancora possibile verificare le dichiarazioni provenienti da Mosca. Ma il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in visita in Finlandia, ha detto che il suo paese non ha attaccato il Cremlino. "Non attacchiamo Putin o Mosca", ha detto all'emittente nordica TV2. “Combattiamo sul nostro territorio. Stiamo difendendo i nostri villaggi e le nostre città. Non abbiamo abbastanza armi per questi attacchi”. Lasciamo Putin al tribunale internazionale, ha aggiunto.
Un primo commento dall'Ucraina era arrivato anche dal portavoce del presidente Volodymyr Zelensky: "Non abbiamo informazioni sui cosiddetti attacchi notturni al Cremlino", ha detto Sergei Nikiforov secondo quanto riporta il New York Times, aggiungendo che "l'Ucraina dirige tutte le forze e i mezzi disponibili per liberare i propri territori e non per attaccare gli altri".