Editoriali
L'arresto di Khan è l'ultima crisi in un Pakistan che rischia guerra civile e fallimento
Imran Khan, ex primo ministro del paese, è finito in manette a Islamabad per un caso di riciclaggio. Nella capitale e a Peshawar è stato imposto il coprifuoco per prevenire disordini, che si sono invece verificati in molte città pachistane
Imran Khan, ex primo ministro del Pakistan, è stato arrestato a Islamabad, mentre si trovava negli uffici della Corte suprema della città. Khan, che è stato citato in giudizio per numerose accuse che spaziano dalla corruzione al terrorismo, è stato arrestato per un caso di riciclaggio in cui sarebbero coinvolti sia lui sia sua moglie Bushra. A Islamabad e a Peshawar è stato imposto il coprifuoco per prevenire disordini, che si sono invece verificati in molte città pachistane. Fin qui la cronaca. Una cronaca non del tutto straordinaria, visto che in Pakistan l’arresto di un ex premier non è certo una novità: la lista è lunga, e passa per Ali Zulfikar Bhutto (poi giustiziato), sua figlia Benazir, l'ex premier Nawaz Sharif e ‘'attuale premier Shabaz Sharif, tanto per citare soltanto i più noti. Quando si tratta di Imran, però, le cose cambiano. Perché nessuno come l’ex playboy, ex campione di cricket ed ex benefattore folgorato poi sulla via di Damasco dall’integralismo islamico è in grado di scatenare le folle. Secondo i suoi seguaci, Imran sarebbe stato “spintonato e portato in un luogo sconosciuto” dalle forze dell’ordine. “Benvenuto in Pakistan”, rispondono i suoi oppositori, dove sparizioni forzate e torture (sempre negate da Imran e dai suoi quando erano al potere) sono una triste realtà quotidiana. Secondo molti, Imran si sarebbe spinto oltre “criticando le istituzioni” senza presentare alcuna prova, e specialmente l’esercito. Lo stesso esercito di cui l’ex premier è stato per anni il pupillo ma che si dimostra in questo caso miope: Imran cerca da tempo il martirio (simbolico e politico) per ritrovare lo smalto perduto durante il suo fallimentare governo, e l’esercito gli sta servendo l’occasione su un piatto d'argento. Aveva perfino preregistrato dei video da far circolare in occasione del suo arresto. E’ improbabile che Imran rimanga in prigione, dicono in Pakistan, ma la sua carriera politica sembra definitivamente finita. Altri sostengono che Khan ne uscirà più forte di prima. Di certo c’è che nel frattempo, mentre il paese è occupato a prevenire una guerra civile, il Pakistan è sull’orlo della bancarotta.