editoriali
Il primo aereo Mosca-Tbilisi (non succedeva dal 2019)
I georgiani hanno manifestato contro il ritorno dei voli russi. Il sostegno dell’Unione europea alle proteste può essere determinante
Era dal 2019 che un aereo di linea russo non atterrava all’aeroporto di Tbilisi. La scorsa settimana il presidente russo ha revocato il divieto di voli diretti verso la Georgia, in una mossa che ha reso la nazione più vicino alla Russia, sicuramente dal punto di vista dei trasporti. Ad attendere l’aereo della compagnia Azimuth decollato dall’aeroporto di Vnukovo a Mosca, c’erano le proteste: manifestanti avvolti nella bandiera ucraina e che cantavano ripetutamente l’inno di Kyiv. Le proteste si sono poi spostate nella capitale, attorno al Parlamento, proprio dove a marzo i manifestanti resistevano agli idranti della polizia sventolando la bandiera europea senza sosta e con un vigore che sembrava spostare l’acqua che gli veniva lanciata addosso. La protesta di marzo aveva portato alla cancellazione della legge contro gli agenti stranieri, una legge restrittiva sul modello russo che avrebbe indebolito la società civile e favorito il partito al governo Sogno georgiano alle prossime elezioni. Ieri per le strade di Tbilisi i manifestanti gridavano: “Stop ai voli russi”.
Sogno georgiano viene spesso accusato di essere filorusso, il leader è il miliardario Bidzina Ivanishvili, che con Mosca ha molti affari. I georgiani però non vogliono avere nulla a che vedere con la Russia, sono consapevoli di essere gli ucraini prima degli ucraini, che Tbilisi è Kyiv prima di Kyiv e chiedono di entrare nell’Ue. Rimproverano a Sogno georgiano una deriva autoritaria che sta erodendo la democrazia, allontanando sempre di più il sogno europeo. L’Ue non ha dato a Tbilisi lo status di paese candidato, ma a Tbilisi c’è una popolazione che si sente europea da decenni e che ha perfettamente capito il valore di stare con Bruxelles. Sogno georgiano, che era membro dei socialisti europei e ha lasciato il gruppo, flirta con Viktor Orbán, si dimena tra le grinfie della Russia ma sa che Mosca occupa il suo territorio e ne ha paura. Sembra la storia di un ricatto più che di un innamoramento e l’Ue può intervenire: ci sono quasi quattro milioni di europei in Georgia.