Editoriali
La Bulgaria tenta una grande coalizione per uscire dalla cronica instabilità politica
Dal 2021 il paese è andato cinque volte al voto, con risultati inconcludenti. L’accordo tra i due partiti avversari per condividere il potere nei prossimi diciotto mesi dà una speranza a Sofia: può essere una buona notizia anche per l’Ue
La Bulgaria ha una possibilità di uscire dalla sua infinita crisi politica, dopo che i due principali partiti, in passato acerrimi nemici, hanno deciso di collaborare in un governo di grande coalizione europeista e anti corruzione. Il partito conservatore Gerb, guidato da Boyko Borissov, e il partito liberale Continuiamo il cambiamento, guidato da Kiril Petkov, hanno raggiunto un’intesa per condividere il potere per i prossimi diciotto mesi, con una staffetta alla testa del governo. Nei primi nove mesi, il primo ministro sarà l’ex ministro dell’Istruzione, Nikolai Denkov, esponente di Continuiamo il cambiamento. Nei nove mesi successivi toccherà all’ex commissaria europea, Mariya Gabriel, tornata da Bruxelles dopo essere stata indicata come primo ministro dal Gerb.
Dal 2021, quando Borissov è caduto per l’ennesimo scandalo di corruzione, la Bulgaria è andata a elezioni cinque volte. In ogni occasione i risultati sono stati inconcludenti per l’impossibilità di formare coalizioni coese. Tra dicembre 2021 e agosto 2022 la premiership Petkov, uscito vincitore dalle elezioni promettendo di combattere la corruzione di Borissov, aveva sollevato le speranze di una svolta democratica e liberale in Bulgaria. Ma, tra influenze russe e intrighi di Borissov, anche quella esperienza era stata di breve durata. Dopo le elezioni anticipate del 2 aprile, con il Gerb e Continuiamo il cambiamento quasi alla pari, c’era “un pericolo reale di andare a un’altra elezione senza un risultato chiaro”, ha spiegato ieri Denkov. Le priorità del nuovo governo includono una riforma della Costituzione, una riforma della giustizia per rafforzare la lotta alla corruzione, recuperare il tempo perduto sul Pnrr e i fondi del Recovery fund, e l’ingresso della Bulgaria nell’euro. Se reggerà alle interferenze di Mosca e alle manovre di Borissov, l’inedita grande coalizione di Sofia potrebbe essere una buona notizia per la Bulgaria e per l’Unione europea.