Editoriali
Un ban europeo per Huawei? Fare derisking sulla Cina non è così facile
La Commissione Ue starebbe considerando di limitare le aziende che potrebbero mettere a rischio la sicurezza dell’infrastruttura 5G, in particolare quelle cinesi. Ma su Pechino resistono posizioni diverse fra i paesi membri
Secondo il Financial Times, la Commissione europea starebbe considerando un ban obbligatorio sulle aziende che potrebbero mettere a rischio la sicurezza dell’infrastruttura 5G europea. La mossa avrebbe come obiettivo soprattutto le compagnie cinesi, in particolare Huawei. La proposta sarebbe stata esplicitata dal commissario per il Mercato interno e i servizi, Thierry Breton, alla riunione con i ministri delle Telecomunicazioni degli stati membri. Il problema, secondo la Commissione, è che fino a oggi soltanto un terzo dei governi dell’Ue ha limitato l’uso di tecnologia considerata a rischio, nonostante le raccomandazioni votate all’unanimità tre anni fa, e questo metterebbe in pericolo l’infrastruttura collettiva di tutta l’Unione.
Il Financial Times spiega che potrebbe essere complicato arrivare a un ban obbligatorio prima della fine del mandato della Commissione von der Leyen, ma è interessante il fatto che la notizia arrivi nel momento in cui a Bruxelles va avanti lo scontro sulle misure da adottare per la strategia politica del cosiddetto derisking nei confronti della Repubblica popolare cinese. La presenza ancora oggi di Huawei nelle infrastrutture 5G di due terzi dei paesi europei spiega come sia complicato passare dagli annunci politici di derisking alla concreta attuazione collettiva di misure che mettano in sicurezza l’Europa da eventuali azioni aggressive di Pechino.
Sulla Cina resistono diverse visioni a livello europeo – a cominciare da quella di Macron, che vorrebbe continuare sulla strada dell’engagement economico – e specie in una fase economica complicata sembra evidente che si andrà avanti in ordine sparso nella politica estera europea sulla Cina, tranne, forse, che per un punto. Tre giorni fa Parlamento e Consiglio europeo hanno raggiunto un accordo politico per uno strumento anticoercizione economica, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo autunno, per difendere gli interessi strategici dell’Ue. Tra cui anche eventuali minacce cinesi in caso di ban obbligatorio sulle componenti Huawei nel 5G.
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