Editoriali
Il successo della visita di Liu Jianchao in Italia era davvero necessario?
Il capo del dipartimento per le Relazioni internazionali del Partito comunista cinese ha ricevuto a Roma un’accoglienza piuttosto significativa. Così si presta il fianco (istituzionale) alla propaganda di Pechino, che intanto minaccia l'Italia sulla Via della seta
Ieri, Liu Jianchao, capo del dipartimento per le Relazioni internazionali del Partito comunista cinese, ha ricevuto a Roma un’accoglienza piuttosto significativa: il presidente del Senato, Ignazio La Russa, gli ha dato il benvenuto a Palazzo Madama con tanto di video sui canali ufficiali. Liu è stato ricevuto poi dal vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Poi alla Camera, ospite dell’Associazione parlamentare “Amici delle Cina”. Infine, la delegazione cinese ha incontrato la segretaria del Pd Elly Schlein. Nessuna foto ricordo pubblicata sui social – come dopo l’incontro con il presidente brasiliano Lula – ma uno scarno comunicato del Pd spiega che “al centro del confronto” con Liu c’erano “le sfide del multilateralismo e della transizione ecologica”. La segretaria poi “ha esposto le posizioni del Pd sulla tutela dei diritti umani e sulla guerra in Ucraina”. Su quest’ultimo tema, la leadership cinese è perfino meno ambigua di Lula, contro l’occidente e di sostegno anche economico alla Russia di Putin.
Domenica scorsa il funzionario del Partito comunista cinese aveva incontrato la comunità del business legata alla Cina a Milano, alla quale aveva detto che la firma del memorandum sulla Via della seta era stata una scelta “corretta”. Ora che l’esecutivo Meloni ha espresso dubbi sul rinnovo dell’accordo, i funzionari cinesi stanno facendo di tutto per spingere Palazzo Chigi a un ripensamento. Venerdì scorso l’ambasciatore cinese a Roma, Jia Guide, in un’intervista a Fanpage ha minacciato implicitamente il governo italiano, dicendo che un’eventuale uscita avrà ripercussioni sull’immagine e sulle “prospettive economiche” future. Gli incontri di questi giorni di Liu Jianchao – che è stato anche uno degli uomini chiave della Cina nella strategia di rimpatri forzati e intimidazioni contro i dissidenti all’estero, anche in Italia – sono un successo diplomatico per Pechino, soprattutto il suo ingresso in Senato accompagnato da La Russa, del partito guidato da Meloni. E’ giusto parlare con tutti, sempre, fa parte dell’attività politica, ma viene da chiedersi se sia opportuno prestare il fianco istituzionale alla propaganda di Pechino, nel momento in cui ricatta il governo italiano e sostiene la Russia contro l’occidente.