Editoriali
Il veto della Russia all'Onu affama il nord-ovest della Siria che lotta contro Assad
Mosca boccia il rinnovo dell'apertura dell'unico valico di frontiera utilizzabile nella zona. Così gli aiuti umanitari arriveranno solo attraverso Damasco dove saranno gestiti dal regime
Dalla mezzanotte di lunedì, la Russia ha preso in ostaggio oltre 4 milioni di persone che attendevano il rinnovo dell’apertura dell’unico valico di frontiera ancora aperto nel nord-ovest della Siria per la consegna di aiuti umanitari. Ieri mattina a New York, con 13 voti favorevoli e il solo contrario dei russi, il Consiglio di sicurezza dell’Onu non è riuscito ad approvare il documento che avrebbe tenuto aperto il valico di Bab al Hawa, da cui transita l’80 per cento degli aiuti umanitari diretti nella regione e da cui dipende la sopravvivenza di circa 70 mila bambini.
Gli stati membri del Consiglio volevano il rinnovo del piano di aiuti per almeno un anno, mentre i russi ne hanno proposto uno di appena sei mesi. Un tempo troppo limitato, insufficiente a organizzare logisticamente i convogli. Il compromesso era sceso a nove mesi, ma è stato bocciato da Mosca. “E’ un giorno molto triste per i siriani, ma anche per questo Consiglio. Quello a cui il mondo ha assistito oggi è un altro atto di crudeltà”, ha commentato l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. “Volevate rifornire i terroristi di Idlib”, le ha risposto l’ambasciatore russo, Vasilij Nebenzja. Per il regime siriano di Bashar el Assad, lasciar morire di fame centinaia di migliaia di persone rientra fra le strategie più rodate ed efferate per sconfiggere le sacche di resistenza. Ma dopo il terremoto dello scorso febbraio, che ha colpito una regione già distrutta da dieci anni di guerra, i convogli umanitari sono diventati anche un’arma politica. Una delle obiezioni mosse dalla Russia al documento votato ieri è che gli aiuti arrivano già in Siria attraverso Damasco e sotto la gestione del regime. Chi sta affamando i siriani – ha detto Nebenzja – è l’occidente con le sue sanzioni. Ma quello che i russi dimenticano di dire è che il regime siriano, oltre a essersi macchiato di ogni genere di crimine, consegna aiuti umanitari solamente a chi lo sostiene, affamando il resto della popolazione. C’è poi il tema della normalizzazione. Dare soldi e aiuti ad Assad significa finanziare la sua impunità. In mezzo ci sono le vite di 4 milioni di siriani, che oggi dipendono dal veto di un solo paese.
L'editoriale dell'elefantino