Editoriali
È il momento dei passi avanti reciproci nel rapporto tra Stati Uniti e Israele
L’alleanza imprescindibile funziona ma Biden vuole rassicurazioni sulla coesione della società israeliana più che sullo stato di salute della sua democrazia. Per ora niente invito allo Studio ovale per Netanyahu
Toccherà a Herzog – Isaac, il presidente d’Israele, e non suo fratello Michael, l’ambasciatore israeliano negli Stati Uniti – dimostrare davanti al Congresso americano che la democrazia israeliana sta bene, che si protesta contro una riforma della Giustizia con manifestazioni regolari e partecipate, che il governo rimane un alleato forte degli Stati Uniti, responsabile, cosciente di compiti e doveri. Herzog più volte ha chiesto al premier Benjamin Netanyahu di fare attenzione alla riforma su cui insiste e che preoccupa l’opposizione e i cittadini, gli ha proposto lui stesso un compromesso e adesso si trova in una posizione non semplice nei confronti di un Partito democratico americano che raramente ha sopportato Netanyahu e ora dimostra un grado di sopportazione ancora inferiore, se si può.
L’arrivo di Isaac Herzog è stato anche preceduto dal litigio telefonico tra suo fratello, l’ambasciatore Michael Herzog, e il premier Netanyahu che lo ha accusato di non spendersi abbastanza per un suo invito negli Stati Uniti, e dalle parole di una deputata dem di Washington che ha definito Israele “uno stato razzista”.
Nulla di nuovo tra i democratici americani, spesso animati da correnti contrastanti quando si parla di Israele. Il presidente Joe Biden però sa quanto Gerusalemme sia importante come alleata, vuole delle certezze, le cerca da mesi, vuole che Netanyahu dimostri di essere ragionevole, di non correre dietro agli estremisti del suo governo e vuole rassicurazioni sincere sullo stato non tanto della democrazia israeliana, quanto della coesione della società.
Lunedì Biden e Netanyahu hanno parlato al telefono e il premier israeliano si aspettava un invito, che non è stato formalizzato. Il presidente americano ha detto per due volte che attende di vederlo presto nello Studio ovale, ma non è arrivata nessuna data: soltanto un appuntamento vago. Stati Uniti e Israele sanno di essere imprescindibili l’uno per l’altro. È il momento dei passi avanti reciproci.