Editoriali
La Repubblica di Russia che dà spazio all'ambasciatore russo
Una pagina per Alexei Vladimorovic Paramonov, il rappresentante di Putin in Italia, che chiede di smetterla di aiutare Kyiv: "“Sull’Ucraina noi russi pronti a discutere tutti i piani di pace”
Sulla prima pagina di Repubblica di ieri c’era, ad aprire le notizie internazionali, l’intervento dell’ambasciatore russo in Italia, Alexei Vladimorovic Paramonov. Il titolo era molto accogliente: “Sull’Ucraina noi russi pronti a discutere tutti i piani di pace” e l’atteggiamento particolarmente conciliante nei confronti di questo testo era confermato dal distico in apertura di pagina 13 – un’intera pagina dedicata all’ambasciatore: “Riceviamo e volentieri pubblichiamo...”. Volentieri, quindi, Repubblica ospita il rappresentante di Vladimir Putin in Italia che, dopo aver premesso che la Russia ha “assorbito tutto il meglio dall’occidente” ed è “capace di coesistere con i vicini occidentali e orientali senza antagonismi”, scrive: “Le prime serie divergenze (...) tra Russia e Italia sono emerse a partire dal 2014, a seguito del colpo di stato in Ucraina che ha portato al conflitto civile armato nel Donbas” e al referendum sulla Crimea; “dopo che la Russia ha lanciato l’operazione militare speciale per proteggere gli abitanti del Donbas, il panorama dei rapporti bilaterali è cambiato fino a diventare irriconoscibile”. Continua poi: “L’Italia diventa volente o dolente coinvolta in azioni ostili contro Mosca e nella fornitura di armi all’Ucraina, che la trascinano sempre più nel conflitto e allontanano le prospettive di una sua conclusione. Si chiede pertanto se nelle stanze del potere a Roma, Parigi, Berlino e altrove, si rendano conto del pericolo rappresentato dalla linea politica che porta al rafforzamento del conflitto con la Russia e alla trasformazione dell’Ucraina in uno stato mercenario”. L’ambasciatore continua ancora per una colonna e mezza spacciando per diplomazia la richiesta di smettere di aiutare l’Ucraina: poiché noi non metteremmo mai a disposizione di questa tesi un’intera pagina, ci fermiamo qui, anche perché definire, come fa l’ambasciatore, la Russia un membro permanente “e responsabile” del Consiglio di sicurezza dell’Onu è offensivo un po’ per tutti, per i nostri lettori di certo, per quelli di Repubblica forse anche.