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L'India sbarca sulla Luna

Il lander Vikram della missione Chandrayaan-3 ha toccato il suolo lunare. L'obiettivo ora è schierare un rover per è esplorare il polo sud del satellite, alla ricerca del'acqua

Redazione

Il lander Vikram della missione spaziale indiana Chandrayaan-3 è atterrato alle 14.30 italiane sulla superficie lunare. Nella sala di controllo è scoppiato un fragoroso applauso menre il premier Narendra Modi, in collegamento da Johannesburg per il summit Brics, sorrideva e sventolava una bandiera indiana. L'India diventa una potenza spaziale: è il primo paese a far atterrare con successo un veicolo spaziale vicino al polo sud della Luna: tutte le precedenti missioni sono arrivate vicino all'equatore, ma esplorare il polo sud è fondamentale per la caccia all'acqua. Ottenere campioni di ghiaccio lunare sarebbe imporatnte per avere dati cumulativi sulla geologia del satellite. Il ghiaccio della regione potrebbe fornire carburante, ossigeno o acqua potabile per eventuali missioni future. Gli scienziati indianiora sperano di schierare un rover sulla Luna per inviare immagini e dati sulla Terra. 

     
Cosa succede adesso?

In primo luogo, il lander attenderà alcune ore affinché la polvere lunare si depositi. Poi si apriranno dei pannelli su uno dei lati e verrà dispiegata una rampa in modo che Pragyaan, il rover lunare, possa scivolare verso la superficie. Pragyaan si muoverà tra le rocce e i crateri della Luna raccogliendo dati e immagini da inviare sulla Terra per l’analisi. Il lander e il rover trasportano cinque strumenti scientifici che aiuteranno a scoprire "le caratteristiche fisiche della superficie della Luna, l'atmosfera in prossimità della superficie e l'attività tettonica per studiare cosa succede sotto la superficie". Anche la data di atterraggio è stata attentamente scelta in modo che coincida con l'inizio di un giorno lunare - che equivale a 28 giorni terrestri - perché le batterie del lander e del rover avranno bisogno della luce solare per potersi caricare e funzionare.

 

La missione Chandrayaan-3

È un momento storico per il paese più popoloso del mondo. La missione Chandrayaan-3, che in sanscrito significa "modulo lunare", è partita sei settimane fa, il 14 luglio (per raggiungere la Luna ha impiegato molto più tempo rispetto alle missioni Apollo americane degli anni Sessanta e Settanta, perché l’India utilizza razzi molto meno potenti di quelli di allora). 

  

Un precedente tentativo di Nuova Dehli è fallito nel 2019 (con il lander Chandrayaan-2) e questa operazione arriva pochi giorni dopo il fallimento della prima missione lunare di Mosca da quasi 50 anni. Il 21 agosto il programma russo Luna-25, che era destinato a raggiungere la stessa regione della Luna, si è schiantata sulla superficie del satellite. In caso di successo l'India sarebbe il quarto paese a toccare il suolo della Luna dopo Stati Uniti, Russia e Cina.

  

   

Il lander Vikram, lanciato dalla Indian Space Research Agency il 14 luglio, è entrato nell'orbita lunare durante la prima settimana di agosto e, dopo essersi separato dal proprio modulo di propulsione il 17 agosto, è pronto per il primo allunaggio al polo sud lunare. La zona dove la sonda toccherà il suolo, infatti, non è mai stata esplorata dall'uomo. In caso di successo, il dispositivo permetterebbe al piccolo rover a sei ruote, Pragyan, di muovere i suoi primi passi e visitare l'ambiente in un giorno lunare (14 giorni sulla terra) e di utilizzare i suoi strumenti di bordo per studiare l'area.

 

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L’Organizzazione indiana per la ricerca spaziale (Isro) ha apportato correzioni dopo il fallimento di quattro anni fa, quando gli scienziati persero il contatto con un modulo lunare pochi istanti prima del suo allunaggio. "Chandrayaan-3 sarà più robusto", ha detto l'ex presidente dell'Isro, K. Sivian. “Abbiamo fiducia e ci aspettiamo che tutto vada liscio”.

 

Rispetto alle missioni Apollo, la sonda indiana ha orbitato attorno alla Terra diverse volte per guadagnare velocità prima di intraprendere la sua traiettoria lunare, che come detto è durata un mese. Il lander della navicella spaziale, Vikram, che significa "valore" in sanscrito, si è staccato dal suo modulo di propulsione la scorsa settimana e ha inviato immagini della superficie lunare da quando è entrato nell'orbita lunare il 5 agosto.

 

  

L'India nello spazio

L’India ha un programma aerospaziale a budget relativamente basso, ma che è cresciuto considerevolmente in dimensioni e slancio da quando ha inviato per la prima volta una sonda in orbita attorno alla Luna nel 2008. L'attuale missione è costata 74,6 milioni di dollari, molto meno di quanto abbiano speso altri paesi. Gli esperti sostengono che l’India possa mantenere bassi i costi copiando e adattando la tecnologia spaziale esistente e grazie all’abbondanza di ingegneri altamente qualificati che guadagnano una frazione degli stipendi dei loro colleghi stranieri. Nel 2014, l’India è diventata il primo paese asiatico a mettere un satellite in orbita attorno a Marte e nei prossimi anni lancerà una missione con equipaggio nell’orbita terrestre, per poi iniziare con voli di prova senza equipaggio nel 2024.

 

Come abbiamo scritto qui, il programma dell’agenzia spaziale indiana Chandrayaan, che in sanscrito significa “veicolo lunare”, nasce soprattutto per ragioni politiche. Ad accelerarlo fu una figura epica della storia politica indiana, Abdul Kalam, scienziato aerospaziale tra i più noti del paese che fu presidente indiano dal 2002 al 2007, considerato il “presidente del popolo”, e la cui figura è stata più volte celebrata anche dall’attuale primo ministro Narendra Modi. Morto nel 2015, prima di fare il presidente Kalam era stato a capo del programma missilistico dell’India e uno dei più importanti consulenti scientifici del ministero della Difesa di Delhi quando il paese è diventato una potenza nucleare, e il suo contributo oggi è considerato fondamentale per lo sviluppo dei veicoli spaziali indiani. Kalam era noto per fare dell’esplorazione lunare una questione scientifica, certo, ma anche politica: se la bandiera indiana arriverà sulla superficie lunare, diceva, nessuno potrà più toglierla e nessuna potenza potrà più reclamare la Luna di sua proprietà. Anche per questo il Moon Impact Probe fissò la bandiera indiana sulla superficie lunare il 14 novembre del 2008, per sapienza del destino nel giorno del compleanno del primo primo ministro indiano, Jawaharlal Nehru, il neutralista della Guerra fredda tradito dalla Cina di Mao, che attaccò il confine nord dell’India nel 1962.

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