Editoriali
L'intreccio poco promettente tra il calendario elettorale e i processi di Trump
Il 4 marzo 2024 inizierà il processo dell'ex presidente americano accusato di aver voluto sovvertire l’esito delle elezioni del 2020. Una data importante: è la vigilia uno degli appuntamenti elettorali più importanti delle primarie, il Super Tuesday del Partito repubblicano
Tanya S. Chutkan, la giudice federale americana che si occupa del processo all’ex presidente Donald Trump in cui è accusato di aver voluto sovvertire l’esito delle elezioni del 2020, ha deciso la data di inizio: il 4 marzo del 2024. Gli avvocati di Trump avevano proposto l’aprile del 2026 per l’inizio del processo, mentre l’accusa aveva indicato il 2 gennaio 2024: per Chutkan nessuna delle due date era “accettabile”, ha sentito i giudici impegnati negli altri processi all’ex presidente e ha fissato la data del 4 marzo del prossimo anno, che è un lunedì, la vigilia di uno degli appuntamenti elettorali più importanti delle primarie: il Super Tuesday del Partito repubblicano. “La data di un processo non dipende e non deve dipendere dagli obblighi personali e professionali dell’imputato”, ha detto la Chutkan: “Trump, come tutti, dovrà attenersi alla data stabilita indipendentemente dai suoi impegni”.
Gli avvocati di Trump hanno detto che sei mesi sono troppo pochi per organizzare la difesa, ma nemmeno questa obiezione è stata accolta: come si poteva immaginare, il calendario delle primarie del 2024 si intreccerà con quello dei processi di Trump – quello a New York sui soldi dati a Stormy Daniels per comprare il suo silenzio inizierà il 25 marzo 2024; quello in Florida sui documenti top secret tenuti a Mar-a-Lago inizierà il 20 maggio; la data del processo in Georgia, quello della famosa foto segnaletica sulle pressioni per ribaltare l’esito elettorale nello stato nel 2020, sarà stabilita a breve.
Finora il team di Trump ha utilizzato le accuse e i processi per rilanciarsi nella sua battaglia contro la cosiddetta persecuzione da parte dei suoi avversari e a giudicare dai titoloni che lo riguardano ci è anche riuscito. Ma guardando bene le rilevazioni e gli studi, si nota che l’elettorato repubblicano è incerto e anche un po’ insofferente verso una campagna elettorale che sarà stravolta da fatti che riguardano il passato – le elezioni servono per disegnare invece il futuro – e che avrebbero dovuto essere risolti dalla politica prima ancora che dalla giustizia.