editoriali
Il confine elettorale polacco
La campagna populista di Varsavia alle frontiere e i problemi con Berlino
La campagna elettorale polacca è tutta spostata lungo i confini della nazione. Il PiS, il partito che governa dal 2015 e che vorrebbe ottenere un terzo mandato consecutivo, sta provando a miscelare argomenti populisti per recuperare il voto degli agricoltori – mostrando che il sostegno all’Ucraina continua ma sul grano e in parte sulle armi viene prima la Polonia – e per spaventare i polacchi con un argomento usato ormai in diverse campagne elettorali: i migranti.
Lungo il confine della Polonia si combattono quindi varie battaglie elettorali. A est, lungo la frontiera che divide Varsavia dalla Bielorussia, si parla del rischio di incursioni bielorusse e russe, con i caccia di Minsk e di Mosca che sconfinano, e ieri c’è voluto l’intervento dei piloti italiani della Nato per smorzare un nuovo momento di tensione. Più in basso, sempre a est, c’è invece la frontiere con l’Ucraina, dove le schermaglie sul grano hanno minacciato di incrinare l’alleanza tra Kyiv e Varsavia, che è e resta solida. A sud c’è il confine con la Slovacchia, che la Polonia vuole chiudere per impedire ai migranti che seguono la rotta balcanica di entrare, e il governo guidato dal premier Mateusz Morawiecki continua a dire di essere impegnato contro l’immigrazione.
A occidente invece è il confine tedesco a essere entrato nella campagna elettorale, soprattutto adesso che il governo di Berlino ha deciso di introdurre controlli alle frontiere con la Polonia e con la Repubblica ceca per monitorare il passaggio di migranti irregolari. Nei giorni scorsi si è parlato di uno scandalo che ha coinvolto alcuni consolati polacchi, che avrebbero distribuito visti, garantendo l’accesso all’Ue in cambio di tangenti. Il ministro degli Esteri di Varsavia ha accusato la Germania di interferire nel voto polacco. Il problema è invece che in questa campagna elettorale il governo, mostrificando le paure ai confini, sta rischiando di far perdere la faccia al paese che ha conquistato un ruolo di primo piano dentro all’Ue e dentro alla Nato. Al 15 ottobre, giorno del voto, mancano ancora più di due settimane.