Editoriali
Il dramma afghano senza fine. Almeno tremila morti per il terremoto
Le conseguenze del sisma e la lingua che unisce talebani e Hamas: il fondamentalismo islamico che affama i popoli e genera violenza
Sabato scorso l’Afghanistan è stato colpito da una lunga sequenza di terremoti, la cui scossa principale ha avuto una magnitudo di 6,3. L’epicentro risulta essere a quaranta chilometri a nord-ovest della città di Herat, e le vittime, secondo le prime stime ufficializzate dai funzionari talebani, è di almeno tremila morti: uno dei terremoti più mortali degli ultimi vent’anni. Oltre venti villaggi sono devastati, in aree anche difficilmente raggiungibili. Dalla notte di sabato le squadre di soccorso hanno passato ore a cercare i sopravvissuti intrappolati nelle macerie, e i talebani volevano mostrare di avere il controllo della situazione ma le immagini di Herat raccontano il contrario.
Gli obitori sono pieni, le operazioni di salvataggio sono ancora in corso con gli abitanti dei villaggi che stanno usando “pale e mani nude” per cercare ancora oltre 500 persone disperse, i feriti sono migliaia ma le strutture mediche sono poche e fatiscenti: sin dal ritorno dei talebani nell’agosto del 2021 il sistema sanitario ed emergenziale dell’Afghanistan è al collasso: le organizzazioni internazionali umanitarie hanno difficoltà a prestare soccorso e il regime islamico ha vietato alle donne di lavorare. Non c’è alcuna esperienza da parte della leadership talebana sui grandi eventi naturali catastrofici, e questo nonostante l’Afghanistan sia un territorio estremamente sismico e un altro terremoto, nel giugno dello scorso anno, abbia fatto oltre mille morte nelle province attorno a Paktika. Una delegazione del governo dei talebani è andata in visita nelle zone terremotate, per assicurarsi che le autorità locali distribuiscano gli aiuti in modo “equo” e “adeguato”.
Circolava una dichiarazione dei talebani che chiedeva di unirsi alla guerra contro Israele iniziata da Hamas, che poi si è rivelata falsa. Ma verosimile. Il fondamentalismo islamico che affama i popoli e genera violenza è la lingua comune dei gruppi del terrore le cui vittime sono, prima di tutto, i loro cittadini.