editoriali

PiS contro tutti: né filorusso né trumpiano, Kaczynski si prepara all'opposizione

Redazione

È stato il partito più votato, sta cercando alleati, ma ha trascorso gli ultimi anni a cannibalizzare chiunque con il risultato che ormai nessuno si fida più delle sue promesse. Per la Polonia si prospettano quattro anni di dure lotte parlamentari

In Polonia Coalizione civica, Terza via e Sinistra hanno i numeri per formare un governo con 248 seggi. Gli exit poll sono stati estremamente precisi e quello che veniva chiamato il blocco del Senato adesso è maggioranza e dovrà darsi da fare per formare un esecutivo stabile. Il PiS, che è stato il partito più votato, sta cercando alleati, ma ha trascorso gli ultimi anni a cannibalizzare chiunque con il risultato che ormai nessuno si fida più delle sue promesse. E’ rimasto solo ma pur sempre forte perché al Sejm, la Camera bassa del Parlamento, avrà 194 seggi su 460. Dalle elezioni di domenica scorsa, quindi, la Polonia esce con un possibile governo molto motivato e con un’opposizione forte.

 

Governare con Jaroslaw Kaczynski in Parlamento e con due elezioni tra meno di un anno, le europee e le presidenziali, non permetterà alla nazione di uscire dal clima duro di campagna elettorale. La televisione di stato che in otto anni di PiS è diventata un organo di propaganda dovrà essere rimessa in sesto, ma non sarà facile in pochi mesi. La Corte costituzionale dovrà essere sistemata, ma non è detto che il presidente Andrzej Duda, anche lui del PiS, acconsentirà in tempi brevi. Infine c’è la legge sull’aborto, che la futura maggioranza ha promesso di cambiare.

 

Per la Polonia quindi si prospettano quattro anni di lotte parlamentari e sia Tusk sia Kaczynski sono pronti. L’opposizione sarà numerosa ma il sistema democratico della Polonia non è venuto giù, Kaczynski, a cui alcuni commentatori affibbiano gli aggettivi più disparati arrivando a vagheggiare anche una sua simpatia per la Russia, è un uomo pieno di ossessioni, cercherà fino all’ultimo di formarlo lui il governo, ma non farà un attacco alle istituzioni in stile trumpiano.

  

Domenica, arrivato al seggio per votare nel quartiere di Zoliborz, sperava che i suoi concittadini  gli avrebbero concesso di saltare la fila. Invece no, tutti gli hanno indicato di mettersi in coda. E’ forse quello il momento in cui ha realizzato che il suo compito era ormai un altro: fare opposizione. 

Di più su questi argomenti: