editoriali
Il terrorismo secondo Vladimir Putin
Da Grozny alla Siria, anni di guerre contro i terroristi, ma porte aperte a Hamas
Per il Cremlino, l’oppositore in cella di punizione in una colonia penale, Alexei Navalny, è un terrorista e questo basterebbe a dimostrare quanto sia distorto il rapporto di Mosca con il terrorismo. Vale però la pena fornire altri esempi: la seconda guerra contro la Cecenia venne presentata come una risposta necessaria alla minaccia terroristica che veniva dalla repubblica della Federazione russa che cercava l’indipendenza. L’ostilità e le persecuzioni nei confronti dei tatari sono sempre state giustificate come misure per contenere il terrorismo. Dopo l’11 settembre, il Cremlino appoggiò la guerra in Afghanistan, approvò il dispiegamento di truppe americane in Asia centrale, tutto nel nome della lotta contro il terrorismo. Nel 2015, Vladimir Putin intervenne in Siria dicendo di voler dare il suo contributo nella lotta internazionale al terrorismo, quindi per sconfiggere lo Stato islamico. La parola “terrorismo” si affaccia spesso nei discorsi di Putin, che pure ha definito terroristi gli ucraini.
Però il presidente russo, dopo aver utilizzato la lotta al terrore per giustificare ogni suo interesse, giovedì non ha ritenuto opportuno sbarrare le porte di Mosca alla rappresentanza di Hamas. Dice il Cremlino che il suo intento è soltanto mediare. Tanto più che ormai Putin non guarda più agli occidentali disillusi, ma vuole dalla sua parte il sud del mondo.
Il governo israeliano è stato sempre molto paziente nei confronti di Mosca, si è fidato degli accordi non scritti che facevano della Russia la governante dell’Iran, ma adesso che Putin ha più bisogno di Hamas che di Israele, tutto è cambiato. Tanto più che mentre bombarda i civili in Ucraina, il presidente russo si preoccupa moltissimo di quelli di Gaza, senza neppure menzionare il fatto che Hamas li usa come scudi umani per proteggere depositi di armi. Il Cremlino non è più interessato al terrorismo, e con Hamas a dire il vero ha sempre dimostrato grandi aperture, ma il medio oriente, per Putin è il posto dei vantaggi diplomatici, e quando c’è un’opportunità non c’è terrorismo che tenga.