Editoriali
Scrittori israeliani contro gli occidentali: “Vergogna”
Il caso della lettera sulla London Review of Books che condanna Israele e la risposta dell'associazione che rappresenta 800 scrittori, poeti, critici letterari e studiosi del paese colpito il 7 ottobre dall'attacco di Hamas
Gli scrittori israeliani attaccano la London Review of Books per aver condannato Israele. La lettera pubblicata dalla blasonata rivista letteraria inglese non cita le 1.400 persone uccise in Israele e il rapimento di altre 240, mentre afferma che Israele sta commettendo “crimini contro l’umanità”. L’Associazione degli scrittori in Israele, che rappresenta 800 scrittori, poeti, critici letterari e studiosi, dice anche che la rivista non ha pubblicato una lettera formale in risposta alla prima, tra i cui firmatari c’è anche la scrittrice irlandese Sally Rooney, che due anni fa fece notizia quando si rifiutò di permettere a un editore israeliano di tradurre il suo libro in ebraico. “Sono scioccato”, ha detto Shlomit Aharoni Lir, a capo del comitato per gli affari esteri dell’Associazione degli scrittori israeliani.
“È come se stessi sanguinando e nessuno ti vede”. La lettera dell’Associazione degli scrittori israeliana è stata firmata anche dalla scrittrice di fama internazionale Dorit Rabinyan (in Italia da Longanesi) e il poeta Ilan Sheinfeld. “Questa è l’orribile realtà” scrivono. “Il 7 ottobre, Hamas ha deliberatamente massacrato, ucciso, violentato, torturato e rapito centinaia e centinaia di civili israeliani tra cui neonati, bambini, sopravvissuti all’Olocausto e malati. Israele sta ancora sanguinando. Stiamo ancora contando i morti, identificando i corpi mutilati. Invece di condannare questi orribili crimini contro l'umanità... questi scrittori hanno propagato una vergogna. Vi imploriamo di schierarvi con Israele, di denunciare gli atroci crimini commessi da Hamas e di unirvi a noi nel chiedere il rilascio immediato di tutti gli ostaggi”. Il caso non è soltanto uno scontro fra la cultura israeliana e una singola rivista britannica. Fa emergere, invece, la terribile solitudine di Israele all’interno dei pezzi che contano della cultura occidentale.
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