Volti e storie degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre
Il racconto che il Foglio ha fatto delle persone catturati dai terroristi in Israele un mese fa

Le foto di Chen Goldstein, 49 anni, e dei suoi tre figli, rapiti da Hamas nella loro casa nel kibbutz di Kfar Aza (Lapresse/Ohad Zwigenberg)

Le foto di Margalit Moses, 77 anni, e del marito Gadi Moses, 79 anni, rapiti il 7 ottobre dalla loro casa nel kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre (Lapresse/Ohad Zwigenberg)

Keren Schem tiene la foto di sua figlia, Mia Schem, 21 anni, rapita da Hamas durante il festival "Nova" vicino al kibbutz Re'im (foto Lapresse/Ohad Zwigenberg)

La foto di Or Levy tenuta in mano da sua sorella e il marito: 33 anni, israeliano, è stato rapito da Hamas il 7 ottobre durante il festival musicale "Nova" (Lapresse/Ohad Zwigenberg)

La famiglia Ariev mostra la foto della soldatessa israeliana Karina Ariev, rapita da Hamas durante il servizio militare obbligatorio, il 7 ottobre (foto Lapresse)

La mamma e la fidanzata mostrano una foto di Andrey Kozlov, cittadino russo, rapito al festival "Nova" nel sud di Israele il 7 ottobre. (Lapresse)

La foto del 27enne Eliya Cohen tenuta in mano dai genitori e i fratelli. Cohen, israeliano, è stato rapito il 7 ottobre nel sud di Israele (Lapresse)
Un mese dopo quel drammatico 7 ottobre, le famiglie dei 242 ostaggi di Hamas vivono in perenne attesa. Bambini, anziani, soldati, cittadini israeliani e cittadini stranieri. I miliziani di Hamas quella mattina sono entrati nelle case nel sud di Israele, nei kibbutz e nei festival musicali con l'obiettivo di rapire più civili possibili senza fare distinzioni.
Sul Foglio abbiamo raccontato alcune storie delle 800 famiglie israeliane degli ostaggi e di come si sono costituite in un unico comitato, assistite da un team di legali e di negoziatori. Dal 7 ottobre rilasciano interviste e lavorano sul fronte della diplomazia per creare il più possibile coinvolgimento internazionale:
Micol Flammini ha intervistato l'attivista e pacifista Gershon Baskin, che negoziò nel 2011 per far rilasciare il soldato Gilad Shalit in cambio di 1.027 palestinesi. Al Foglio racconta che prezzo sono disposti a pagare gli israeliani per liberare i propri concittadini.
Abbiamo parlato anche delle manifestazioni contro i volantini e le foto degli ostaggi: da un mese vengono strappati via oppure al posto della scritta rossa “rapito” sopra ai nomi, alla foto, alla richiesta di aiuto, viene messa la scritta: “Occupante”. Paola Peduzzi racconta i motivi di chi strappa i poster e il perché si sceglie l'odio
Il 24 ottobre Hamas ha liberato dopo 16 giorni di prigionia a Gaza Yocheved Lifshitz, 85 anni, anche lei attivista e pacifista, tra i fondatori del kibbutz di Nir Oz. E' stata la prima a parlare ai giornalisti e a raccontare "l'inferno" di quei giorni nella "ragnatela di tunnel". Ne è uscita una dichiarazione controversa che ha creato scalpore soprattutto in Israele:
Sul Foglio abbiamo lanciato un appello per dare la cittadinanza italiana agli ostaggi di Hamas. L’organizzazione israeliana “Bring them home now” ha rilanciato la nostra iniziativa rivolgendosi a sindaci e presidenti di regione.