editoriali
Italia, Francia e Germania, i tre moschettieri del tech europeo
La concretezza di Adolfo Urso, Robert Habeck e Bruno Le Maire, insieme su intelligenza artificiale e materie prime
Da qualche mese c’è un lavorio sempre più importante e inedito che riguarda i settori strategici e una piattaforma trilaterale che è la vera locomotiva d’Europa. Italia, Francia e Germania stanno lavorando sempre più a stretto contatto per questioni che riguardano l’Unione europea del futuro, nel vero senso della parola: materie critiche, energie rinnovabili, spazio, e naturalmente intelligenza artificiale. L’altro ieri Reuters ha pubblicato un’esclusiva – che proprio esclusiva non era – sull’accordo tra Roma, Parigi e Berlino per la regolamentazione dell’intelligenza artificiale che dovrebbe gettare le basi per una negoziazione in sede europea. Il documento informale chiede una “autoregolamentazione obbligatoria attraverso codici di condotta” in modo da fornire tutte le informazioni sulle schede modello con responsabilità in capo agli sviluppatori, per regolare non tanto l’intelligenza artificiale in quanto tale ma le sue applicazioni operative. Il documento è il risultato di un vertice che si è tenuto a Roma il 30 ottobre scorso tra il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, e il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck e l’omologo francese Bruno Le Maire.
Il formato trilaterale si era incontrato per la prima volta a Berlino a giugno, quando l’Italia era stata inserita nella tradizionale piattaforma industriale Germania-Francia: il primo incontro tedesco aveva come oggetto le materie prime e la sicurezza degli approvvigionamenti. Poi c’era stato l’incontro sull’IA, e quindi, il 6 novembre scorso, i tre ministri si sono incontrati a Siviglia per parlare di spazio e delle priorità politiche dell’Agenzia spaziale europea di cui Italia, Francia e Germania sono i principali contributori. Il prossimo vertice sarà a gennaio a Parigi, e si parlerà di energie rinnovabili. L’Italia si è inserita in un momento di crisi franco-tedesca in una leadership concreta e costruttiva, che serve all’Europa per avere una base su cui lavorare. Sperando che questo consenso – anche in vista dell’incontro Meloni-Scholz a Berlino di domani – tenga e vada avanti.