editoriali
Monopolio Bolloré. Vivendi assume il controllo definitivo di Lagardère
Con questa operazione la famiglia si assicura gli introiti del terzo gruppo editoriale al mondo di libri scolastici e per il grande pubblico e numero uno in Francia. Ora la nascita di questo mastodonte sovranista suscita diverse inquietudini nel paese
Per avere il via libera dell’Antitrust europea, era necessaria la vendita di Gala. Il magazine femminile francese è stato ceduto ieri al gruppo Figaro, e in concomitanza è arrivato l’annuncio ufficiale: il colosso Vivendi del magnate bretone Vincent Bolloré ha assunto il controllo definitivo del gruppo Lagardère. Il fatturato, con l’acquisto di Lagardère, passa da 9,6 a 15,6 miliardi di euro e gli effettivi salgono da 38.300 a 65.700. Con questa operazione, durata tre anni e mezzo a causa dei molti veti posti dall’Authority per la concorrenza europea, la famiglia Bolloré si assicura gli introiti di Lagardère Publishing, terzo gruppo editoriale al mondo di libri scolastici e per il grande pubblico e numero uno in Francia (Hachette Livre, Stock e Grasset, tra le altre), ma anche quelli di Lagardère Travel Retail, numero due mondiale negli aeroporti, di Lagardère News (Journal du dimanche, Paris Match e le radio Europe 1 e Europe 2), e di Lagardère Live Entertainment, che gestisce teatri mitici come il Casino de Paris e le Folies Bergère.
La nascita di questo mastodonte suscita naturalmente parecchie inquietudini in termini di “monopolio ideologico”, come aveva già denunciato la ministra della Cultura Rima Abdul-Malak. Il timore è che quello che sta già accadendo al Journal du dimanche, a Paris Match ed Europe 1, dove Bolloré ha imposto in questi mesi una virata sovranista e spinto alle dimissioni i tre direttori nonché la quasi totalità delle redazioni, possa verificarsi anche nel mondo dell’editoria. La scrittrice Vanessa Schneider ha abbandonato Grasset per raggiungere Madrigall (gruppo Gallimard), perché “non è a suo agio con il nuovo azionista”, ossia Bolloré. E il rischio di un effetto domino è alto. Secondo molti osservatori, l’acquisto di Lagardère da parte di Vivendi rientra anche nel piano politico-ideologico che prevede di allargare il più possibile il campo sovranista, per tirare la volata nel 2027 a un candidato in sintonia col Bolloré-pensiero.