editoriali
Giorgia Meloni e l'unanimità europea
I veti paralizzano l’Ue, ma Fratelli d'Italia vota contro le riforme dei trattati (e contro Forza Italia)
L’europarlamentare della Lega, Antonio Maria Rinaldi, ieri festeggiava perché il Parlamento europeo in una risoluzione sulla riforma dei trattati ha rigettato il principio della fine dell’unanimità. Non c’è da stupirsi: Rinaldi è un No euro che ha costruito la sua carriera politica sulla disinformazione anti europea. E’ vero che è stato bocciato un emendamento che chiedeva di cancellare l’unanimità per passare a un voto a maggioranza super qualificata (quattro quinti degli stati membri e almeno il 50 per cento della popolazione). Ma la risoluzione prevede il passaggio al voto a maggioranza qualificata in alcuni settori sensibili, come la procedura dell’articolo 7 per sanzionare i paesi che violano lo stato di diritto.
Rinaldi non si è reso conto che le sue critiche all’Ue trovano origine nel veto che permette a un solo paese di prendere in ostaggio tutti gli altri su economia e finanza. Ma tant’è: Rinaldi è Rinaldi e la Lega è la Lega. Più preoccupante è Fratelli d’Italia che ha votato contro la fine dell’unanimità e la risoluzione sulla riforma dei trattati. La maggioranza è spaccata, con Forza Italia che ha votato a favore. Eppure è proprio Giorgia Meloni che sostiene che l’Ue dovrebbe occuparsi delle grandi sfide, non di piccole cose. Il veto costituisce un serio ostacolo in politica estera.
Basti un esempio: Viktor Orbán sta bloccando tutte le decisioni dell’Ue sull’Ucraina, dai negoziati di adesione agli aiuti finanziari, dal sostegno militare alle sanzioni. Sempre il premier ungherese minaccia il veto su più fondi Ue per le migrazioni. Meloni è felice che il suo alleato sovranista metta in pericolo i finanziamenti sui migranti o la capacità del suo alleato Zelensky di difendere la sua nazione? E cosa farà Meloni al Consiglio europeo, quando dovrà decidere se riformare i trattati? Smentirà il suo ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ha fatto entrare l’Italia nel gruppo degli amici della maggioranza qualificata? Le sue contraddizioni sovraniste mai risolte rischiano di ritorcersi contro Meloni. E contro gli interessi dell’Italia in Europa.
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