editoriali
Macron e Scholz: luci contro l'antisemitismo
Viva il presidente francese e il cancelliere tedesco alle cerimonie per l’Hanukkah. Quella romana è attesa domenica a Piazza Barberini
Giovedì sera il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, durante una cerimonia all’Eliseo, ha ricevuto il prestigioso premio “Lord Jakobovits” della Conferenza dei rabbini europei,, assegnato ogni anno a chi si distingue per la lotta contro l’antisemitismo. Per l’occasione il rabbino capo di Francia, Haïm Korsia, accanto a Macron, ha acceso la prima candela di Hanukkah, la “feste delle luci” ebraica. La giusta volontà del presidente francese era quella di mandare un forte segnale di solidarietà alla comunità ebraica. Ma il suo gesto ha suscitato reazioni durissime da parte dell’opposizione, che ha sollevato la questione della laïcité dello stato. “È stato un imperdonabile errore politico”, ha dichiarato Manuel Bompard, esponente della sinistra La France Insoumise. “La laicità non significa cancellare religioni né interferire nelle religioni, è una legge di libertà”, ha risposto ieri Macron, spiegando di non aver fatto alcun “gesto cultuale” (è stato il rabbino capo Korsia ad accendere la candela), ma di aver soltanto manifestato la propria vicinanza ai cittadini di confessione ebraica.
Ma se le critiche a Macron riguardano soprattutto la location dell’accensione, a Berlino, è stato invece il cancelliere tedesco in persona, Olaf Scholz, ad accendere la prima candela di Hanukkah su un’enorme menorah di fronte alla Porta di Brandeburgo: un gesto che Scholz ha compiuto per esprimere il proprio sostegno agli ebrei tedeschi, in un momento di recrudescenza dell’antisemitismo globale. E il governo italiano? Domenica, a Roma, il movimento ebraico internazionale Chabad-Lubavitch organizzerà per la 36° volta l’accensione del candelabro in Piazza Barberini. Accolti dal rabbino Yitzhak Hazan, direttore dell’antenna romana di Chabad-Lubavitch, saranno presenti, tra gli altri, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, e gli ambasciatori degli Stati Uniti e del Canada in Italia, oltre che un rappresentante dell’ambasciata israeliana. L’anno scorso Meloni partecipò (e si commosse) a una cerimonia simile al Museo ebraico di Roma.
L'editoriale dell'elefantino