editoriali
Il dodicesimo round di sanzioni a Putin
Le nuove misure introdotte dall’Unione europea intendono contrastare l’elusione. Ma le disposizioni sono troppo poche e tardive
Dopo oltre un mese di negoziati, i governi dell’Unione europea hanno finalmente adottato il dodicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che ha come obiettivo danneggiare la macchina da guerra messa in piedi da Vladimir Putin contro l’Ucraina. La misura destinata a fare notizia è l’embargo (tardivo) sui diamanti, compresi quelli russi processati in paesi terzi (ci sarà un periodo transitorio). Gran parte del pacchetto rafforza sanzioni già adottate. La lista dei beni sotto embargo è stata ampliata a batterie al litio, termostati e motori per droni.
Per ridurre le entrate russe, l’Ue ha introdotto restrizioni all’importazione di propano liquefatto, fili di rame e di alluminio, lamine e tubi. Per cercare di rendere più efficace il “price cap” sul petrolio russo, l’Ue ha imposto regole di notifica per la vendita di petroliere a paesi terzi. Nel dodicesimo pacchetto ci sono anche misure innovative interessanti per combattere l’elusione delle sanzioni. Quella principale è la “clausola no Russia”, che impone agli esportatori dell’Ue di inserire una clausola contrattuale per vietare la riesportazione in Russia di materiali e tecnologie sensibili, come quelli trovati nei sistemi di armamento russi usati sul campo di battaglia in Ucraina. L’Ue ha anche colpito alcune società di paesi terzi colpevoli di aiutare la Russia ad aggirare l’embargo. Eppure anche il dodicesimo pacchetto di sanzioni è troppo poco e troppo tardi da parte dell’Ue. Sono passati sei mesi dall’undicesimo pacchetto. In quasi due anni di guerra, Putin è stato in grado di adattare le catene di approvvigionamento. Paesi come Cina, Turchia e Kazakistan chiudono gli occhi con troppa facilità sull’elusione, senza che l’Ue abbia il coraggio di imporre sanzioni dirette contro di loro. Se l’esito della guerra contro l’Ucraina è “esistenziale” anche per l’Ue, gli europei avrebbero già dovuto adottare il quindicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia e la sua economia di guerra.