editoriali
Il trionfo di Le Pen sull'immigrazione
L’accordo trovato in Francia è un mix sovranista e gollista. Rivolta a sinistra
Per capire fino a che punto l’accordo sull’immigrazione trovato ieri dalla commissione paritaria (sette deputati e sette senatori) dopo trattative estenuanti sia tutt’altro che il trionfo dell’“en même temps” macronista, basta sentire Marine Le Pen, la madrina del sovranismo francese, che assieme al suo Rassemblement national, e accanto ai Républicains, il partito gollista, ha votato a favore del progetto di legge del governo: “E’ una vittoria ideologica del Rassemblement national, perché ora è incisa nella legge la priorità nazionale, ossia il vantaggio dato ai francesi rispetto agli stranieri presenti sul nostro territorio nell’accesso a un certo numero di prestazioni sociali che sono oggi sottoposte per questi stessi stranieri a delle condizioni non abbastanza severe”. Il riferimento è ai nuovi paletti per ottenere le Apl (i sussidi per l’alloggio in case popolari o in case di proprietà).
Gli stranieri che si trovano in Francia in situazione irregolare, e non lavorano, dovranno d’ora in avanti aspettare cinque anni prima di poterne beneficiare. E per ottenere l’Alf (l’indennità alloggio per le famiglie affittuarie di case private non convenzionate con lo stato) o l’Als (destinata a soggetti senza figli a carico con abitazione in case private non convenzionate), i sans-papiers con un’occupazione dovranno aspettare trenta mesi. “Un grande momento di disonore”, ha attaccato il Partito socialista, mentre la France insoumise, il partito della sinistra radicale, afferma che il governo fa sprofondare il paese “nei peggiori incubi razzisti e xenofobi”. A reagire sono state anche alcune ong e associazioni pro migranti, secondo cui il presidente della Repubblica, Emmanuel Macron, ha partorito con l’appoggio della destra “il progetto di legge più regressivo da almeno quarant’anni a questa parte per i diritti e le condizioni di vita delle persone straniere”. I vincitori, oltre a Le Pen, sono i gollisti, che sono riusciti a imporre tutte le loro idee nel testo uscito ieri dalla commissione paritaria.