editoriali
Non cancellate Depardieu. L'appello del mondo della cultura contro il linciaggio dell'“orco”
Cinquantacinque personalità firmano una lettera contro la cultura della gogna di una certa Francia che vorrebbe gettare l'attore nell’oblio della storia sulla base di quelle che per ora sono soltanto accuse
“Non cancellate Gérard Depardieu”, è il titolo dell’appello lanciato sul Figaro da cinquantacinque personalità del mondo della cultura contro il “linciaggio” subìto dall’attore francese in seguito alle denunce per presunte violenze sessuali e sessiste e alla diffusione di un documentario della trasmissione “Complément d’enquête” intitolato “La chute de l’ogre”, la caduta dell’orco. “Siamo artisti, scrittori e produttori cinematografici. E’ in questa veste che ci esprimiamo. Non vogliamo entrare in polemica, e lasciamo che la Giustizia faccia il suo lavoro. Gérard Depardieu è probabilmente il più grande degli attori. L’ultimo mostro sacro del cinema. Non possiamo più restare in silenzio di fronte al linciaggio che si abbatte su di lui, di fronte al torrente di odio che si riversa sulla sua persona, senza sfumature, e a dispetto di una presunzione di innocenza di cui avrebbe beneficiato come tutti se non fosse il gigante del cinema che è”, si legge nella lettera aperta firmata dalle attrici Charlotte Rampling e Carole Bouquet, dal cantante Jacques Dutronc e dallo scrittore Boualem Sansal, ma anche dall’architetto Rudy Ricciotti e dall’ex première dame Carla Bruni.
Quando ci si accanisce contro una figura come Depardieu, “è l’arte a essere attaccata”, scrivono i firmatari che, sulla scia di quanto fatto dal presidente della Repubblica Emmanuel Macron la scorsa settimana, denunciano la caccia all’uomo di cui oggi è vittima Gégé, la foga manettara di chi lo ha già condannato senza uno straccio di sentenza. “Qualunque cosa accada, nessuno potrà mai cancellare la traccia indelebile della sua opera che ha segnato per sempre la nostra epoca. Il resto, tutto il resto, riguarda la giustizia, solo ed esclusivamente la giustizia”, sottolineano gli autori dell’appello.
Depardieu ha salutato “il coraggio” dei firmatari. Contro la cultura della gogna di una certa Francia che vorrebbe gettarlo nell’oblio della storia sulla base di quelle che per ora sono soltanto accuse.