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La salvezza climatica secondo Macron   

Redazione

Secondo il presidente francese nella dottrina green c’è lo choc finanziario per aiutare i paesi in via di sviluppo

A due giorni dai tradizionali auguri di fine anno, ieri, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha pubblicato una lettera aperta sul Monde proponendo un nuovo Patto mondiale per il clima e dicendosi favorevole a una riforma della governance finanziaria globale per aiutare i paesi in via di sviluppo nella transizione ecologica. L’inquilino dell’Eliseo ha declinato la sua dottrina green in sette punti. “Dobbiamo uscire dal carbone nel 2030, dal petrolio nel 2045 e dal gas nel 2050”, ha esordito Macron, affermando che “i paesi del G7 hanno un enorme responsabilità” nel favorire la transizione ecologica.

La Francia, dal canto suo, abbandonerà totalmente il carbone nel 2027, a favore delle energie rinnovabili e del nucleare. Nel terzo e quarto punto del suo piano per il clima, Macron propone di “mettere la finanza privata e il commercio a servizio degli accordi di Parigi (firmati nel 2015, ndr)” e di “creare le condizioni per uno choc finanziario al fine di aiutare i paesi più vulnerabili a finanziare la loro transizione ecologica”. Costruire le base di una “bioeconomia” e creare una “Borsa internazionale del carbone e della biodiversità” sono le altre due priorità fissate da Macron, assieme alla protezione degli oceani, che sono “il nostro primo pozzo di carbone”, e alla riforma della “governance del sistema di Bretton Woods, a partire dalla Banca mondiale e l’Fmi, che hanno un ruolo fondamentale per fissare gli standard e per finanziarie la transizione ecologica su scala globale”. Il capo dello stato francese, nella sua lettera aperta, ha ribadito “il ruolo chiave” dell’energia nucleare e annunciato per settembre 2024 l’organizzazione assieme al Kazakistan di un “summit One Planet a margine della prossima Assemblea generale delle Nazioni unite”, focalizzato sul tema dell’accesso all’acqua. L’editoriale di Macron è anche un messaggio agli ecologisti francesi che dal 2017, anno della sua elezione, lo accusano di non interessarsi abbastanza all’ambiente.