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editoriali

Il petrolio russo non scorre come prima

Redazione

Crolla l’export in India, è l’effetto delle nuove sanzioni secondarie degli Stati Uniti

Gli acquisti di greggio dall’India hanno permesso alla Russia di limitare l’impatto delle sanzioni sulla principale fonte di entrate del bilancio, garantendo al Cremlino le risorse necessarie per alimentare l’aggressione dell’Ucraina. Ma dopo l’introduzione delle nuove sanzioni da parte degli Stati Uniti qualcosa sta cambiando. Secondo i dati di Kpler, società di analisi dei flussi del commercio globale, a dicembre le importazioni di petrolio russo dell’India sono crollate al livello più basso da gennaio, poiché sei petroliere non sono riuscite a consegnare il  carico a causa di problemi di pagamento legati alla stretta dei controlli sulle sanzioni.

Viktor Katona, capo analista del greggio di Kpler, ha detto a Bloomberg che la società russa Sakhalin-1 non è stata in grado di aprire un conto bancario negli Emirati Arabi Uniti per consentire agli acquirenti indiani di pagare in dirham come concordato. Delle sei petroliere rimaste in attesa a largo della costa indiana, due potrebbero reindirizzare la rotta verso la Cina.

A dicembre del 2022 il G7 e l’Unione europea hanno imposto il price cap al greggio russo trasportato via mare. La misura impone il prezzo limite di 60 dollari al barile per chi usa i servizi finanziari delle società occidentali – dominanti nel settore – per commerciare il greggio degli Urali. Il price cap ha ridotto le entrate petrolifere di Mosca, ma per un lungo periodo la misura non è stato messa alla prova per via dei forti sconti applicati sul greggio russo. Da quest’estate però il barili russi vengono venduti a prezzi superiori ai 60 dollari al barile, anche aggirando il price cap.

A inizio dicembre il Dipartimento del Tesoro statunitense è intervenuto, introducendo le  sanzioni secondarie alle entità che gestiscono le navi che trasportano il greggio russo. Delle prime tre società colpite, due avevano sede negli Emirati Arabi. Le sanzioni secondarie sono considerate l’arma più incisiva dell’arsenale economico americano, e Washington ha finalmente cominciato a usarle contro il regime di Mosca.

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