Editoriali
Nostalgia di un killer: in Iran il ricordo di Qassem Soleimani
Mentre Teheran ricorda il generale delle forze Quds, l’Asse della resistenza si fa sempre più ampio
Domani l’Iran si ritroverà a commemorare il quarto anniversario della morte di Qassem Soleimani, il generale delle forze al Quds ucciso da un raid americano a Baghdad. A differenza del passato, il ricordo dello stratega dei Guardiani della rivoluzione islamica si preannuncia di alto profilo per due motivi. Il primo è che la mitizzazione della figura di Soleimani lo ha reso hajji, un martire dello stato iraniano e nei suoi confronti il regime ha alimentato un sentimento quasi devozionale in tutto il paese. Il fatto che quest’anno, eccezionalmente, ricorrano nello stesso giorno dalla sua morte anche i festeggiamenti per la nascita di Fatima, figlia del Profeta Maometto, non fa che alimentare il forte coinvolgimento collettivo nel suo ricordo. Sui giornali, il generale è ricordato ovunque per essere stato il liberatore dalla minaccia dello Stato islamico, il giustiziere di Daesh. Il secondo motivo è che le commemorazioni coincidono anche con il momento di maggiore espansione della strategia antioccidentale dell’Iran.
Al cuore della manifestazione della potenza del regime – così come concepita negli anni da Soleimani – c’è quello di porsi alla guida dell’Asse della resistenza, in cui Teheran è il vertice di una ramificazione regionale di alleati, più o meno autonomi rispetto all’Iran. Seppure l’Iran abbia ripetuto che la decisione di attaccare Israele sia stata presa in autonomia da Hamas, il 7 ottobre rappresenta forse il maggior successo del piano del generale di forgiare un blocco anti americano e anti israeliano in medio oriente. La galassia che ruota attorno a Teheran diventa sempre più ampia. Il sistema messo in piedi dagli houthi in Yemen, dalla milizia Kataib Hezbollah in Iraq, dal regime di Assad in Siria, da Hezbollah in Libano si va consolidando e trova sempre più legittimazione mettendo in crisi la sfera di influenza americana. Così, da Teheran fino alle province più isolate dell’Iran si celebra il martire degli ayatollah. E c’è chi, per l’occasione, si aspetta ancora più attacchi dalle forze filoiraniane contro le basi americane nella regione.