Editoriali
Cambiare Zaluzhny è una brutta idea per l'Ucraina
Per le Forze armate ucraine non è il momento di un cambiamento così vistoso, che finirebbe per indebolire Kyiv
Kyiv e Mosca hanno annunciato un nuovo scambio di prigionieri, nonostante il caso non risolto dell’aereo da carico che si è schiantato la scorsa settimana nella regione di Belgorod. La guerra è da mesi fatta di spostamenti cruenti e millimetrici, la Russia aspetta le elezioni del 17 marzo, ma oltre a mobilitare nuovi soldati, non avrà altre strategie da tentare.
L’Ucraina combatte contro Mosca e contro l’abbandono e i suoi leader in questo momento sono un punto di riferimento prezioso. Per questo, cambiare il capo delle Forze armate sarebbe una pessima idea. Il rapporto tra il presidente Volodymyr Zelensky e Valeri Zaluzhny, secondo i media ucraini, è rovinato da tempo. Il presidente avrebbe proposto a Zaluzhny di assumere un altro incarico, ma il capo delle forze armate ha rifiutato. È un uomo molto stimato e nonostante la controffensiva non sia andata come sperato, gli ucraini si fidano ancora di lui. Cambiare il comandante in questo momento vorrebbe dire cambiare le sorti di tanti altri capi militari, quindi togliere all’esercito i suoi ingranaggi fondamentali, abituati a lavorare insieme, che finora hanno contribuito a superare molte difficoltà e fare cose strabilianti sul campo. Far accettare un nuovo comandante non sarebbe semplice e l’Ucraina non ha tempo per nuove abitudini.
Anche nei rapporti con gli alleati, Zaluzhny è un punto di riferimento, ricominciare da capo con un nuovo leader militare sarebbe periglioso. Non sarebbe il primo cambiamento nella leadership, ma sarebbe il più vistoso, soprattutto perché preceduto da mormorii, pettegolezzi e notizie false: Putin si comporta come se fosse a un passo dalla vittoria, cambiare Zaluzhny sarebbe un’ammissione di debolezza, o quantomeno di scontentezza per come procedono le manovre dell’esercito ucraino. Neppure l’immagine di Zelensky ne uscirebbe rafforzata: il comandante è apprezzato, non verrà dimenticato. I due evidentemente non si sopportano più, ma piuttosto che rimescolare i ruoli, è il momento di rimandare la resa dei conti politica.