Editoriali
Il camaleonte filorusso: Viktor Orbán entrerà nei conservatori europei
Il presidente ungherese alla fine preferisce Ecr a Identià e democrazia: non ha un’ideologia solida, va dove gli conviene, ogni battaglia è sacrificabile, pure il putinisimo
Viktor Orbán ha annunciato che dopo le elezioni europee entrerà nel gruppo dei conservatori europei, Ecr, di cui fanno parte, tra gli altri, Fratelli d’Italia, Prawo i Sprawiedliwość (PiS), e il Partito democratico civico del premier ceco Petr Fiala. I tre partiti sono connotati da un posizionamento internazionale atlantista e fortemente antirusso: quando il PiS guidava la Polonia, organizzò il primo viaggio di leader stranieri a Kyiv dall’inizio dell’invasione, e prima dei problemi con gli agricoltori, la Polonia si è presentata come il baluardo della solidarietà all’Ucraina, fino a raffreddare i suoi rapporti proprio con il putiniano Viktor Orbán. Il leader ungherese è stato l’unico tra i leader dell’Ue a ostacolare gli aiuti a Kyiv fino a imporre che le armi destinate all’esercito ucraino non passassero sul suo territorio. È andato oltre, riservando al presidente Volodymyr Zelensky critiche continue. L’annuncio del suo ingresso in Ecr è stato preceduto da un viaggio del ministro degli esteri Péter Szijjártó in Transcarpazia, la regione ucraina in cui vive una minoranza ungherese per cui Orbán sogna il ritorno nella Grande Ungheria (un’Ungheria con i confini precedenti al Trattato di Trianon). Szijjártó ha viaggiato con il capo di gabinetto di Zelensky Andri Yermak e con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba e la foto dei tre seduti attorno a un tavolo è stata notata a Mosca.
La preparazione dell’ingresso in Ecr è stata lunga e non poteva non passare attraverso un avvicinamento all’Ucraina. In Ecr, però, Orbán dovrà limitare le sue sparate putiniane e, se non è pronto a mostrare di aver cambiato idea su Kyiv – che avrebbe definito in un incontro a porte chiuse un cavallo di Troia degli americani – e di aver ritrovato la fede atlantista, dovrà quanto meno contenere la sua passione per il presidente russo. Avrebbe potuto entrare in Identità e democrazia, il gruppo di cui fa parte la Lega e zeppo di ammiratori di Putin, ma ha scelto altrimenti. Orbán non ha un’ideologia solida, va dove gli conviene, ogni battaglia è sacrificabile, pure il putinisimo.