editoriali
In Colombia la sinistra assedia i giudici
A Bogotà i sostenitori del presidente Petro assaltano la Corte suprema
Donald Trump è all’esame della Corte Suprema per l’assalto a Capitol Hill, a Bolsonaro è stato revocato il passaporto mentre vari suoi collaboratori venivano arrestati, ma mentre che due ex-presidenti di destra sono sotto indagine per golpismo, sempre nelle Americhe, un presidente in carica di sinistra sta facendo cose dello stesso genere. La Corte Suprema di Giustizia della Colombia ha infatti denunciato il “blocco violento e illegale” della sua sede a Bogotá, al termine di una giornata di manifestazioni di varie migliaia di sostenitori del presidente Gustavo Petro, che hanno marciato in diverse grandi città per chiedere la nomina di un nuovo Procuratore generale al posto di Francisco Barbosa. Il presidente lo accusa di remargli contro: in effetti Barbosa sta indagando sulle donazioni fatte da un sindacato di insegnanti alla sua campagna elettorale, e a gennaio il suo figlio maggiore Nicolás Petro è stato incriminato per aver ricevuto fondi dai narcotrafficanti per finanziare la campagna presidenziale del 2022.
Nella capitale sindacalisti, membri di organizzazioni studentesche e attivisti di sinistra hanno assediato il palazzo mentre i ventitré giudici del tribunale votavano per eleggere un successore. Nel pomeriggio un gruppo di manifestanti ha bloccato gli ingressi al cortile antistante il tribunale, dopo aver tentato brevemente di entrare. Utilizzando gas lacrimogeni, la polizia è infine intervenuta intorno alle 17, ora locale per scortare via i giudici in veicoli scortarti e per disperdere i manifestanti, che hanno risposto lanciando pietre. Sui social network, mentre era in corso la manifestazione, Petro ha negato di voler influenzare il voto. “La mobilitazione di oggi non è stata ordinata da me, non si tratta di pressioni sul tribunale”. I giudici denunciano esattamente l’opposto e le opposizioni lo accusano di attentare alla democrazia. Per César Gaviria, ex presidente della Colombia che con il suo partito liberale ha appoggiato il governo di Petro, “il presidente non si comporta come una persona sana di mente”.