Editoriali
Costruire la candidatura di Kamala Harris
Nel momento di crisi dei consensi attorno a Joe Biden, inizia il rafforzamento della sua vice. "Sono pronta a servire come leader", ha dichiarato al Wall Street Journal
La domanda comincia a essere ricorrente nel dibattito americano: e se fosse questa la soluzione più naturale? Quella che solo fino a poco tempo fa sembrava improponibile, ma che alla fine potrebbe maturare? Nell’America impantanata sulla scelta tra un presidente troppo anziano e uno troppo pericoloso, comincia a prendere forma una possibile alternativa. Da mesi i sondaggi segnalano che Joe Biden e Donald Trump non piacciono alla stragrande maggioranza degli americani. Da settimane gli esperti prevedono che il primo dei due partiti che riuscirà a liberarsi di uno dei due ottuagenari e sostituirlo con un volto giovane, vincerà a novembre.
Da giorni la Casa Bianca è in assetto di crisi per gestire il rapporto del procuratore Robert Hur, che ha messo nero su bianco i problemi di memoria di Biden. Proviamo a unire i puntini e leggiamo l’intervista appena uscita sul Wall Street Journal a Kamala Harris: “Sono pronta a servire come leader”, ha detto la vicepresidente, in un articolo uscito con una grande foto “presidenziale” a bordo dell’Air Force Two. L’ufficio stampa della Casa Bianca si è affrettato a precisare che l’intervista è stata fatta prima del rapporto Hur, ma è evidente che è cominciato un lavoro di riposizionamento di una vicepresidente che finora non ha entusiasmato nessuno e che sembra tutt’altro che pronta. È un lavoro fatto per aiutarla a fare da spalla a Biden nella corsa al secondo mandato, e se dovesse servire, anche per qualcosa di più. La rivista conservatrice National Review, che ha un cuore repubblicano ma non sopporta Trump, lunedì ha titolato: “È ora di pensare all’impensabile: Harris 2024”. È una candidatura tutta da costruire, puntando sul fatto che sarebbe la prima donna alla Casa Bianca e una rappresentante delle minoranze. Non ha molto da mostrare in termini di risultati e competenza, ma sopravviverebbe – in qualche modo – ai tre dibattiti presidenziali con Trump.
L'editoriale dell'elefantino