editoriali
L'intervista di Zelensky al fronte
Con Fox News per dire: i soldi che i trumpiani bloccano sono ucraini che muoiono
Volodymyr Zelensky ha rilasciato un’intervista a Bret Baier di Fox News a due chilometri dalla linea del fronte vicino a Kupyansk, nel nord-est dell’Ucraina. E’ la prima intervista del presidente ucraino a due passi dai soldati russi e le due seggioline piazzate tra la legna e il fuoco, con gli scoppi a scandire la conversazione sono in netto – e voluto – contrasto con la recente intervista, in una sontuosa e silenziosa sala del Cremlino, che Vladimir Putin ha dato a Tucker Carlson, ex conduttore di punta di Fox News che ora lavora in proprio, anche questa una prima volta: da due anni, il presidente russo non parla con i giornalisti occidentali. Sul perché Putin si sia concesso a Carlson non c’è bisogno di dilungarsi, basta guardare Jon Stewart, tornato a condurre il “Daily Show” dopo dieci anni di assenza, che ha ripreso un piccolo frammento dell’intervista, quando Putin dice che i polacchi hanno costretto Hitler a invaderli perché si sono rifiutati di dargli Danzica, e Carlson lo guarda perplesso (!) e poi dice: “Of course”. Lo stesso Putin ha avuto modo di farsi beffe di Carlson, dicendo che si aspettava domande un po’ più ficcanti alle quali naturalmente avrebbe risposto volentieri.
Baier segue Zelensky in un ospedale, dove un soldato mutilato dice che i russi possono togliergli una gamba ma non la sua anima e la sua resistenza. Il presidente ucraino dice che in questi due anni il suo paese è rimasto in piedi, che continua a combattere, che non ha piani B, che i soldi che non arrivano dall’America non sono soldi, sono ucraini che muoiono. E’ un messaggio chiaro al mondo trumpiano, lo stesso che Zelensky ha rivolto a Donald Trump, il più grande ostacolo ai fondi vitali per Kyiv: vieni a dirmi come pensi di fare la pace in pochi minuti, ti porto a vedere la linea del fronte, ne parliamo lì.