editoriali
Al Sisi come Saied (ma con più soldi). Von der Leyen e Meloni volano al Cairo
L'accordo tra Unione europea e Egitto replicherà l'intesa con la Tunisia. I due paesi hanno in comune tanto denaro, pochi migranti, zero diritti
L’Ue replica il modello adottato in Tunisia per esternalizzare la gestione delle sue frontiere appaltandola ai paesi del Nord Africa. Domenica la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen volerà da Abdel Fattah al Sisi accompagnata da Giorgia Meloni, dal premier belga Alexander De Croo e da quello greco Kyriakos Mitsotakis.
Fino a pochi giorni fa l’Egitto era sull’orlo della bancarotta, ma in poco tempo ha raccolto prestiti per circa 20 miliardi di dollari fra Emirati Arabi Uniti, Fmi e Banca mondiale. Ora è il turno dell’Ue, che ha stanziato 7,4 miliardi di euro entro il 2027, di cui un miliardo da sbloccare entro l’anno e altri 4 da approvare più avanti sulla base dell’effettiva realizzazione delle riforme economiche. Ma secondo molti economisti queste condizioni sono poco precise e un discorso analogo vale anche per la Tunisia. Giovedì il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione che va contro il “modello tunisino” sostenuto da von der Leyen. Mancano le condizionalità necessarie a versare i 150 milioni di euro previsti dal memorandum concluso sei mesi fa con Tunisi, dice la risoluzione, in particolare riguardo al tema dei diritti umani. “La clausola di condizionalità non è rispettata da Tunisi e lo stesso si sta verificando ora con l’Egitto”, spiega Sara Prestianni, responsabile Migrazione e Asilo di EuroMed Rights.
“Vero, la pressione migratoria verso l’Europa è diminuita, ma quella verso Tunisia ed Egitto continua e non ci sono garanzie su come siano trattati i migranti”, dice al Foglio l’esperta. “Possiamo parlare di diritti umani in Egitto quanto volete”, ha detto il ministro greco per l’Immigrazione, Dimitris Kairidis riferendosi al calo degli arrivi in Europa, “ma devo guardare anche alla situazione reale”. Di certo, a rendere più rapido e cospicuo l’accordo fra l’Ue e il Cairo rispetto a quello con Tunisi è stata la volontà degli Stati Uniti, che vedono nell’Egitto un paese ben più strategico della Tunisia, in particolare in tempi di guerra. È probabile che domenica Saied non reagirà troppo bene all’annuncio del ricco prestito garantito al Cairo.