editoriali
Sisi dà l'amnistia ai jihadisti
Il dittatore egiziano grazia i terroristi dello Stato islamico, ma è durissimo con gli oppositori
Abdel Fattah al Sisi ha adottato un metodo anomalo per schiacciare quel che resta dello Stato islamico in Sinai: l’amnistia. Chiunque depone le armi e si arrende non sarà perseguito per i crimini commessi, e poco importa se si tratti di omicidi di massa, torture, rapimenti, compiuti in nome del jihad. La strategia del regime egiziano per riportare la sicurezza nel Sinai è diventata una consuetudine, senza annunci formali o leggi ad hoc.
Una settimana fa, la Sinai Foundation for Human Rights, un’ong locale, ha fatto sapere che il numero tre del Wilayat Sina’, Muhammad Saad Kamel, nome di battaglia Abu Hamza al Qadi, si è arreso ed è libero, vive con la sua famiglia già da tre anni e gode dell’immunità. Il regime gli garantisce anche un salario mensile, il che è sorprendente se si considera che al Qadi è l’uomo che diede l’ordine di uccidere 305 persone riunite in preghiera in una moschea nel nord del Sinai nel 2017, in quella che è nota come la più sanguinosa strage di civili nella storia del paese. Come al Qadi, diverse decine di terroristi del Califfato sono state liberate, come confermato dagli stessi rappresentanti del regime.
Due anni fa, fu il portavoce delle Forze armate, Gharib Abdel Hafez, a dichiarare che “chiunque si arrende non sarà perseguito in alcun modo e vivrà al sicuro”. Così è stato. Secondo alcuni residenti sentiti da Human Rights Watch, lo scorso anno le autorità hanno distribuito migliaia di volantini nel nord del Sinai in cui si intimava ai miliziani dello Stato islamico di arrendersi in cambio dell’amnistia: “La tua famiglia vive normalmente, le manca solo di avere il capofamiglia al suo fianco”, era scritto. Una dimostrazione ulteriore del modo subdolo con cui Sisi gestisce il potere: mentre sigla accordi economici con istituzioni internazionali e con l’Ue per salvare l’Egitto dalla bancarotta, ordina detenzioni arbitrarie, torture e sparizioni contro oppositori politici e giornalisti. Ma ai terroristi islamici concede l’amnistia. È il doppio volto del regime che l’occidente tende a non guardare.