editoriali
Attenti alla coppia M&M's: Macron e Meloni
C’è un curioso tandem antisovranista in Europa. Magari funzionasse anche a Roma
L’incontro bilaterale tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron è avvenuto a margine del vertice europeo e ha un significato politico particolare. Conferma la convergenza fra Italia e Francia sull’insieme delle problematiche internazionali, con una preoccupazione comune per la situazione in Ucraina. Per Macron, questo gesto politico ha due significati, entrambi positivi: dimostra la capacità della Francia a coltivare una dinamica collettiva per trainare il consenso europeo, e questo malgrado le difficoltà con il cancelliere tedesco Scholz. Inoltre l’agenda europeista esplicitata da Macron per le elezioni europee fa del sostengo risoluto all’Ucraina uno spartiacque. Di fatto il presidente francese sta cercando di spingere i sovranisti a sciogliere le loro titubanze nel contrastare la Russia. La cosa interessante, e per certi versi paradossale, è che questa strategia politica incrocia quella di Giorgia Meloni. Ostentando il dialogo fruttuoso con il presidente francese, la premier italiana prosegue il suo percorso nel contesto internazionale dove appare ancorata all’avanguardia europea e occidentale. Ma si tratta anche per lei di una partita politica con effetti a cascata: si mostra dialogante con la futura maggioranza del Parlamento europeo, quindi ambisce a un gioco attivo nella composizione della nuova Commissione di sponda con il Partito popolare europeo. Con questa mossa Meloni trascinerebbe al meno il suo partito, se non il suo gruppo intero (Ecr), fuori delle acque sovraniste per contare nel campo largo europeo. Assistiamo a un momento europeo interessante fra Italia e Francia. Potrebbe essere poi utile proseguire su questo slancio bilaterale per attivare le potenzialità del Trattato del Quirinale, ratificato nel 2021 ma mai veramente messo in pratica.
Dalle piazze ai palazzi